domenica 24 marzo 2013

Quando la Terra ha chiesto il mio sangue...


Donna, 
Tu appartieni alla notte.

Hai il sangue sulle cosce e stelle nei capelli. 
Odori di fertile terreno argilloso. 

il tuo seno da la vita, 
il tuo sesso è una scuola di mistero 
che porta al Santo dei Santi. 

Volgi i tuoi occhi verso l'interno, 
utilizza la visione dei gufi per vedere da dove vieni. 

Scorri sotto la superficie, 
e riempiti. 

Fai un matrimonio con la luna. 

Divorzio dai falsi miti dell'intelletto e della ragione. 

Trova il significato nei sogni e nei segreti del corpo. 

Non seguire nessuna autorità, 
ma la tua vera natura. 

Esprimi il fuoco sacro e getta su di esso tutto quello che usi per farti del male.

Fai accendere la vergogna.

Lascia che la tua danza divenga selvaggia,
la tua voce divenga sincera. 

Ungiti il cuore del tuo essere ciclica. 

Trova il senso, 
sei la tua iniziazione. 

(Aisha Wolfe)


Oggi ti voglio raccontare di quando la Terra ha chiesto il mio sangue...

Ogni volta mi stupisco di scoprire quanto sia FORTE la mia connessione con la Terra, ogni volta mi VERGOGNO di quello che mi accade e lo racconto solo a pochi intimi, poi a distanza di tempo scopro che ciò che ho vissuto nella mia intimità è un antico rituale da Sacerdotessa...scorci di una vita che affiora in me prepotentemente e vuole essere portata alla luce.



...è la notte fra il 30 e il 31 ottobre 2011 ed ho condotto da poche ore la celebrazione di Sammahin in Valvestino intitolata "La Danza della Spirale ovvero la discesa agli inferi di Inanna", un viaggio simbolico oltre la soglia dell'altrove dove simbolicamente ognuno di noi muore varcando i confini di tempo e spazio per incontrare Ereshkigal, la Signora dell'Oltretomba con il suo messaggio personale.

Mi sento parecchio provata, la cerimonia è stata molto intensa, e durante la cena ho avuto modo di scambiare due chiacchiere con l'amica Carolina su come sta andando la mia vita in particolare l'aspetto lavorativo poiché da poco meno di un anno ho chiuso la mia attività in proprio (la cosa mi brucia ancora parecchio e mi scappano due lacrime) con uno strascico economico, oltreché emotivo, per me pesante; all'economico sto facendo fronte con due lavori, all'emotivo con la cura del tempo come quando si perde una persona cara.

Carolina mi suggerisce di scrivere un foglietto con 3 domande da porre sotto il cuscino durante la notte:

1 – Quale verità devo capire dai miei trascorsi lavorativi?

2 – Voglio conoscere la verità sulla mia mission, come posso scoprirla, chi sono io?

3 – Cosa posso fare per ottenere abbondanza e prosperità nella mia vita?

Sono a letto, la testa mi scoppia dal male, il ciclo arrivato in anticipo e un mare di pensieri che mi attraversano la mente...ho paura di sporcare il letto con il mestruo, non sono a casa mia e la cosa mi farebbe sentire parecchio a disagio, fatico a dormire ma cerco di riposarmi, verso le 4 mi alzo per andare in bagno e nell'alzarmi sento il sangue fuoriuscire in maniera incontenibile e colarmi lungo le gambe...mi viene da piangere, mi sento terribilmente sola e fragile!

Vado in bagno a lavarmi e cambiarmi, poi ritorno in camera, solo in quel momento noto sul pavimento una copiosa chiazza di sangue denso e scuro, allora prontamente prendo dalla borsa un fazzoletto di carta e pulisco il pavimento. Non avendo acqua a disposizione, istintivamente sputo per terra per togliere gli ultimi residui di sangue dalla mattonella...immediatamente compiendo inconsciamente questo gesto vengo catapultata indietro nel tempo quando ero una sacerdotessa come in un dejà-vù!

Ritorno a letto,  ma continuano a risuonarmi nella mente la prima e la terza domanda:

1 – Quale verità devo capire dai miei trascorsi lavorativi?

3 – Cosa posso fare per ottenere abbondanza e prosperità nella mia vita?

...quasi all'istante arriva la risposta, riconsco l'energia della Madre, chiara ed inequivocabile mi dice: 


"Dai il tuo sangue alla Terra!"

Inorridita mi metto a sedere sul letto e chiedo: 

"Ma come, che significa?"

Di nuovo la risposta immediata:

"La Terra vuole il tuo sangue!!!"

Le gambe iniziano a tremare ed in un lampo passano nella mia mente mille pensieri, dai morti sui campi di battaglia, al fatto che potrei morire dissanguata a tutta una serie di eventi drammatici.

Cerco di placare la mente e mi metto in ascolto, con calma chiedo: 


"Ma veramente la terra vuole la mia vita?"  

...allora la Madre con una dolcezza infinita mi risponde: 

"Sciocchina, certo che la terra vuole la tua Vita, di certo non la tua morte come hai percepito tu. Madre Terra vuole che tu la onori con il tuo sangue, vuole che tu crei con lei un legame profondo e speciale, Madre Terra vuole darti tutto il sostegno e l'aiuto di cui hai bisogno, ma tu glielo devi permettere, devi acconsentire affinché ciò possa accadere. Perciò domani mattina appena arrivi al Centro Cosmòs,  scendi nel bosco e vai fino alla pianta/culla sulla sponda del fiume che già una volta ti ha parlato ed accolto e lì dona il sangue del tuo mestruo alla terra, più che puoi. Fai questo ogni volta che puoi anche quando sarai tornata a casa, è un’antico gesto di collegamento e di profonda unione ed integrazione del femminile alla Terra. La Terra ti sarà molto grata di ciò che stai facendo”. 




Cerco di dormire e riposare qualche ora anche se ci riesco veramente poco, alle sette mi alzo, mi preparo  e dopo la colazione con gli altri del gruppo  a cui non dico nulla, scendo da Magasa al Centro Cosmòs. Appena arrivata e prima che Gigi Capriolo inizi la cerimonia di Benedizione dell'Acqua, vado nel bosco alla pianta/culla per svolgere il mio Rito di ri-connessione alla terra....ai piedi delle radici dell’albero c’è una piccola buca scavata nella terra che pare una coppa, lì pronta ad aspettare me, allora lascio che di nuovo il mio sangue coli copioso dentro la terra “vera” stavolta ed in quel momento mi sento davvero come se fossi appena nata in quell'istante, come se in quell’antico gesto avessi partorito me stessa, come se fossi stata contemporaneamente la Madre e la Figlia…

VIVO un’esperienza straordinaria! 

Termino ricoprendo la buca con pigne, foglie secche e rami di pino finchè non si nota più nulla. Durante la giornata mi apparto altre tre o quattro volte nel bosco per ripetere il dono alla Terra.

Il mal di testa è svanito, la tristezza ed il senso di solitudine anche, mi sento una con la natura e ritrovo la mia tranquillità, ogni preoccupazione si è dissolta.

Ritorno a casa e da allora ad ogni mestruo entro nel bosco e ripeto almeno una volta l'antico gesto per onorare la terra e connettermi ad un livello profondo con lei.



LUPA

Diffidente
per natura
non mangio 
da moltissimo,
e quella volta che
...
Non ho assaporato bene.

Lupa,
diffidente
per natura
mi sono fidata,
cerco qualcuno che tolga
quel pugnale
dalle mie carni
adesso.

E' da ieri
che 
lo tengo
nella schiena.

Eppure
preferisco
vivere solitaria.

In cerca di un branco
in cerca di me.

(Patrizia Manenti)

Incontro e accolgo la Lupa che c'è in me






IN BOCCA ALLA LUPA 

Quando mamma lupa vuole difendere i suoi piccoli dai pericoli, dalle brame e dagli assalti di altri animali feroci, li prende delicatamente in bocca, tra le sue fauci, e digrignando contemporaneamente i denti mostra all’avversario tutta la sua determinazione e il suo coraggio nel difendere e proteggere i propri piccoli.

E’ come se rivolgendosi alle proprie creature dicesse loro: “ State qui vicini a me, quasi dentro di me, al sicuro, che a difendervi dai pericoli ci penso io”.

E non c’è niente di più minaccioso e di più inquietante che vedere una lupa furiosa che digrigna i denti verso gli assalitori.

I piccoli, in bocca a mamma lupa, sono al sicuro!

L’augurio “in bocca al lupo” erroneamente distorto sta quindi a significare: "che tutto ti vada bene, che tu stia lontano dai pericoli, che qualcuno si prenda cura di te e ti difenda dalle insidie della vita."

Quindi tanti auguri di buona fortuna e... 
“in bocca alla lupa” 
...e che la lupa vegli su di te.

sabato 23 marzo 2013

La leggenda del Bès Galilì



"SERCOL" DI NUVOLERA


La dolce Ermergarda triste per essere stata abbandonata passeggiava tra i boschi su alle case vecchie quando vede un galletto variopinto rizzarsi sulle zampe e cantare un canto dolce d’amore. 

Ermergarda torna per 3 settimane sul posto e tutti i giorni incontra il galletto canterino che le dona la pace col suo canto, ma il 22mo giorno arriva all’attacco un nero galletto, i due iniziano una lotta furiosa che sembra non voler finire fino a quando Ermengarda lancia nel cielo un urlo straziante e grida: “lascialo, lascialo, è il mio dolce sposo!” 

Ed ecco accadde qualcosa di unico 

Il gallo variopinto si erge, si gira, s’innalza verso la luna e ridiscende un principe-guerriero. Il principe prende Ermengarda, si abbracciano e svaniscono tra i nuvoli grigi della montagna. 

Il gallo nero dalla rabbia e dall’invidia si erge, si gira, s’innalza verso la luna e ridiscende un’atroce guerriero dall’animo nero che insegue i due sposi fin sopra alla piana dove nel mezzo c’è un cerchio fatto di antiche rocce e li nel mezzo il principe e il nero guerriero si affrontano ancora una volta in una lotta senza fine. 

Ermengarda triste di quello che vede piange e le sue lacrime si trasformano in piccoli grappoli violacei che nell’erba si trasformano in fiori e una luce rossa verde e gialla la travolge e la riveste di un manto fluorescente che inizia a girare intorno ai due combattenti sempre più forte sempre più forte finchè tutto si ferma immobile. 

E’ allora che il principe viene trasformato in un enorme gallo e il nero guerriero in una serpe con la cresta (el bés Galilì), il gallo prende la mira e con la sua enorme zampa sciach schiaccia la serpe dentro un buco nella pietra lasciando un enorme impronta proprio nel mezzo del cerchio di sassi. 

Il gallo ed Ermengarda partono poi verso il cielo 
prendendo la forma di stelle proprio sopra al Sercol. 

Ma attenti non è finita: quando nel paese troppe persone hanno il cuore nero e lo spirito triste ecco che il gallo nero trionfa e cerca di rapire Ermengarda!

E' allora che la comunità ha il compito di prendere quelle persone e porle al centro del Sèrcol per cantare loro il loro "Canto di nascita"


E' QUESTO IL COMPITO DEL SERCOL

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Nelle tribù degli indiani d'america quando una donna doveva partorire, poco prima dell'evento veniva mandata da sola nel bosco. Dentro al bosco doveva intonare la musica del neonato che stava per nascere. Una volta percepita e cantata la canzone ritornava alla tribù e la insegnava a tutti gli altri. 

Quando il bambino o la bambina nascevano 
tutta la tribù riunita lo/la accoglieva intonando la sua canzone.


Quando poi il bambino o la bambina prima, e il ragazzo o la ragazza adolescenti poi, combinavano qualcosa per cui noi oggi daremmo una punizione, la tribù si riuniva, poneva il ragazzo o la ragazza al centro e gli cantava di nuovo la sua melodia, riallineando anima corpo e spirito del ragazzo/a al suo proprio sentiero di nascita. 

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lunedì 18 marzo 2013

L'antico canto del Sércol all'equinozio di primavera





Giovedì 21 Marzo ore 16.00

Nuvolera (BS)
Un cerchio di donne ed un cerchio di uomini per onorare la Terra e il Cielo 
con meditazione, musiche, danze e canti 



APPUNTAMENTO

Ci troviamo alle ore 16.00 alla cava a Nuvolera (quella dove c'è il percorso di arrampicamento sulla roccia): alla rotonda dell'Italcementi (uscita Mazzano - Valle di Virle dalla superstrada per Salò) prendere la via Cesare Battisti che va verso la montagna. la cava è a 500 mt. sulla destra. 

 Cammineremo insieme fino al Sèrcol, un'antico e Sacro luogo di culto recentemente riscoperto




SE AVETE UNO STRUMENTO MUSICALE PORTATELO 

 Abbigliamento consigliato, ma non obbligatorio: 

Per le donne abiti rossi 
Per gli uomini abiti bianchi 

 INFORMAZIONI
 info@iridea33.org 
Serena 347 7126241 - Carla 340 1217852 


 Tappetini e/o coperte per sedersi a terra durante la meditazione 





MEDITAZIONE 

 Onoro Madre Terra per dare il benvenuto alla primavera 

Apro il Cerchio ed il Rito con tre giri in senso antiorario 

 ………………………………….. 
CONNESSIONE CON I 5 ELEMENTI DEL LAGO SACRO 
 ………………………………. 


Trovo un posto tranquillo in mezzo alla natura in cui non vengo disturbata. Può trattarsi del giardino di casa, un parco, un bosco, un luogo in cui mi posso sentire liberamente in connessione con la Madre Terra.

Mi siedo sulla terra e quando ho trovato una posizione comoda chiudo gli occhi. 

Sento le parti del mio corpo che sono a contatto con la terra. 

 Sento le parti del mio corpo che non lo sono. 

 Sento il peso del mio corpo che preme contro la terra. 

Faccio tre respiri profondi. 

…inspiro… ed espiro… 

 …inspiro…ed espiro… 

 …inspiro…ed espiro… 

Dalla parte del mio corpo appoggiata alla terra sento crescere delle radici che entrano nella terra, scavandola, aggirando rocce ed ostacoli. Le mie radici crescono sempre più in profondità, sento la consistenza della terra intorno ad esse, la sua umidità, il suo profumo. Le mie radici mi ancorano alla terra rendendomi un tutt’uno con essa. Ora che mi sento ben ancorata alla terra, dalla mia testa e dalle mie spalle iniziano a crescere dei lunghi rami. Sento i rami protendersi verso il cielo, sento la dolcezza del vento che li fa danzare, il calore del sole che li riscalda, l’energia celeste che li pervade. 

 Sono ancorata alla terra e al cielo. 


 Ed ora, immersa nelle benedizioni della natura, mi trasformo in una sacerdotessa di tempi antichi che veste una tunica rossa finemente adornata. I miei capelli sono intrecciati in una graziosa acconciatura ed intorno ai miei fianchi è allacciata una cintura intrecciata di fili colorati ,pietre preziose, perle e coralli e fiori freschi. E’ la cintura delle sacerdotesse del Sangue della Dea, e viene indossata ogni mese durante i giorni del potere, i giorni del ciclo mestruale. 

Oggi mi trovo qui per dare il benvenuto alla Primavera offrendo il sangue del mio grembo alla Madre Terra. Non sono sola in questa celebrazione… intorno a me iniziano a radunarsi le mie sorelle, anche loro adorne in rossi abiti. Ognuna di loro indossa la sua cintura del Sangue della Dea. Ognuna di loro è diversa dalle altre donne, bella e preziosa nella sua unicità, ma tutte siamo accomunate dal sangue che in questo giorno speciale benedirà la terra ed il ritorno della Primavera. 

Quando tutte le mie sorelle hanno preso posto accanto a me alcune di loro iniziano a percuotere dei tamburelli e dei sonagli. I nostri corpi iniziano a muoversi a ritmo, ognuno seguendo la propria ispirazione.


Insieme iniziamo a danzare, belle, selvagge, femminili, in onore della Primavera 
 che oggi ritorna a benedire la terra ricoprendola di un manto fiorito. 


Danzo vorticando, al ritmo dei tamburi, persa nell’estasi ma consapevole della presenza delle mie sorelle intorno a me. La danza si fa sempre più selvaggia ed appassionata. Danzo scuotendo il corpo e i capelli, lanciando grida di gioia per la bellezza di questo momento, per la gioia di sentirmi libera, per la gioia di dare il benvenuto alla Primavera. 

 ………………......... 
 Danzo… danzo… danzo… 
 …………………….. 

 Ed ecco che mi lascio cadere a terra, quasi all’unisono con le altre, stremata e felice, con il cuore galoppante e lo spirito gioiosamente in subbuglio. 


Sento la Madre Terra sotto di me, che mi accoglie, ampia, pulsante, accogliente. 

 Il ritmo del Mio Cuore è il ritmo del Suo Cuore. 

 Tumb-Tumb … Tumb-Tumb … Tumb-Tumb

Il battito del mio cuore è il battito della Madre Terra. 

 Ed ora mi apro, apro le mie gambe, apro il mio cuore, sollevo le vesti e lascio che il sacro sangue della vita scorra dal mio grembo, giù per le mie cosce, e arrivi alla terra, e la benedica. 


 Questa è l’offerta più antica del mondo. 

Generazioni di donne prima di me hanno offerto il loro sangue alla terra, ai campi e alle foreste, per renderli fertili, per benedirli. Questo rito è antico come il mondo, ed è stato compiuto per millenni dalle donne in ogni angolo della Terra, ed ora sono io che in questo giorno di Primavera offro il frutto rosso del mio grembo alla Grande Madre Terra. 

Resto così, in connessione con la terra, offrendo il mio sangue. 
 Un magico cerchio di donne potenti, 
 che si aprono nell’intimo per Benedire il mondo. 

 Resto così per un lungo momento in connessione profonda con Madre Terra. 


 …poi quando mi sento pronta ringrazio la Madre Terra e ritorno qui ed ora… 

 Mi riconnetto con i miei rami e le mie radici che mi ancorano al cielo e alla terra. 

 Mi riconnetto con il mio corpo, qui ed ora. 

Faccio dei respiri profondi, muovo le dita dei piedi e delle mani, e quando sono pronta apro gli occhi ed incontro gli occhi delle mie sorelle. 


 Mi alzo e prendo per mano le mie sorelle in grande cerchio d’amore, insieme apriamo il cerchio e facciamo entrare gli uomini che ci hanno assistito e accompagnato con Grazia, un unico varco dove gli uomini in fila indiana entrano uno alla volta, poi il cerchio si richiude, gli uomini stanno all’interno. 

 Chiudo con tre giri in senso orario 

 Poi sciogliAmo il cerchio ed apriAmo gli abbracci. 

 AMOre AMOre AMOre 

 Felice Equinozio di Primavera!




Ostara 

... il Suo potere è aprire 
la sua promessa non può mai venire meno 

Lei risveglia tutti i semi dormienti, 
L'arcobaleno è il suo simbolo, 
Adesso il potere dell'inverno ha ceduto il passo, 
Con la forza dell'amore, tutte le catene sono state spezzate 

Tutto ciò che è stato perduto viene ritrovato 
in una nuova forma, in un nuovo modo...


” Questo è il tempo del ritorno della primavera; il tempo della gioia, il tempo dei semi, quando la vita irrompe dalla terra e le catene dell’inverno sono spezzate. La luce ed il buio hanno la stessa durata : è un momento di equilibrio, e tutti gli elementi dentro di noi devono essere nuovamente armonizzati. Il Principe del Sole allunga la mano, e Kore, la Vergine Oscura, ritorna dal Regno dei Morti, ammantata di pioggia rinfrescante; il suo respiro è pieno del dolce aroma del desiderio. Dove Essi poggiano i piedi, appaiono fiori, e mentre danzano, la disperazione si trasforma in speranza, il dolore in gioia, la scarsità in abbondanza. Possano i nostri cuori aprirsi insieme alla Primavera ! Siate Benedetti !!” (Starhawk)



"Io sono Kore: la giovinezza, l’innocenza, la leggerezza. 
Sono la Dea del Fiore, una stagione nella natura e nella vita di ogni donna. 
Io ho conosciuto l’oscurità dell’Ade, ho assaggiato i chicchi della melagrana 
ritrovando così il mio nome: Persefone, la Terribile, 
Silenziosa Signora del Regno dei Morti. 
Solo dopo aver varcato la soglia del buio, 
traversato il mondo delle ombre, posso risalire alla luce 
tenendo fra le mani la sacra melagrana, 
simbolo dell’eterno ritorno."
(Omero)


L’ARCHETIPO: KORE-PERSEFONE


Kore/Persefone era la sola figlia di Demetra e la sua vicenda mitica si snoda intorno al suo rapimento da parte di Ade, fratello sotterraneo di Zeus, la disperazione di Demetra per il distacco (che coincide con la stagione invernale sulla terra) e il loro ricongiungimento che dà l’avvio al ciclo stagionale, sancendo che Kore trascorra due stagioni all’anno – primavera ed estate - con la madre (che per la felicità restituisce la fecondità alla Terra) ed una –autunno/inverno – con Ade nel regno dei morti. Tutto questo divenne il fulcro dei Sacri Misteri Eleusini, che venivano celebrati in prossimità dell’equinozio d’autunno (la discesa di Persefone) e dell’equinozio di primavera (il suo ritorno). Dunque Kore rappresenta la primavera, la giovinezza, la fase di luna crescente. Su un piano psicologico la primavera è il riflesso della freschezza, l’ingenuità e la spensieratezza di quella fase della vita in cui non vi è ancora la presa di responsabilità e l’immaginazione regna sovrana. Di fatto Kore non è poi così ingenua e il suo cogliere il fiore proibito è sintomo del suo desiderio di diventare donna, di spezzare il cordone ombelicale che la lega alla madre e di trovare la sua strada. Tuttavia ogni pulsione è ancora inconscia, non pienamente riconosciuta sul piano della consapevolezza. Esattamente come la primavera, dove i fiori sui rami degli alberi vivono nella pienezza della loro essenza e sembrano inconsapevoli del fatto che un giorno diventeranno frutti. Il mito di Kore-Persefone pone l’accento sulla ciclicità della vita, e sulla possibilità che ha ogni donna di ritornare fanciulla più e più volte nella vita.


lunedì 11 marzo 2013

La "Cueva" della Luna Rossa


Ogni donna in Luna Rossa può entrare nella propria "Cueva"
...la grotta...il grembo...
per riconoscere e onorare la propria oscurità



Nelle culture native le donne hanno dei posti speciali in cui recarsi quando sanguinano: 
Capanne della Luna e Tende Rosse.

Nelle culture native le mestruazioni sono riconosciute come il tempo in cui il velo tra i mondi è più sottile. 

Nelle culture native le mestruazioni sono riconosciute come il tempo in cui le donne hanno accesso al Divino.

(A Diva's Guide to getting your period di DeAnna L'am)


"Un tempo tutte le donne avevano le mestruazioni insieme seguendo le fasi della luna...provate ad immaginare il potere di un'intera comunità di donne che a ogni luna nuova o a ogni luna piena entrano in periodo mestruale tutte insieme. Per avere la più piccola sensazione di che cosa ciò possa significare bisogna prendere in considerazione la natura del sangue mestruale. 


Tabù nel suo senso più antico significa Sacro
Il periodo mestruale è davvero Tabù

Il flusso mestruale è palesemente non-ordinario e richiede che la donna si distolga dalle attività ordinarie. Per gli esseri umani esso costituisce l'evento magico più importante del mese lunare, che corrisponde alla fase crescente e a quella calante della luna e al flusso e riflusso delle maree oceaniche. E' il modo in cui l'animale umano si lega a ciò che sta sopra e a ciò che sta sotto: al mondo superiore e a quello sotterraneo della realtà sciamanica. 

(Il risveglio della Dea di Vicki Noble)


Rito della Tenda Rossa per il Novilunio
11 marzo 2013
(il Rito può essere svolto dai 3 giorni che precedono il Novilunio ai 3 giorni che seguono)


Il tempo della Luna Nera, il Tempo Oscuro, 
è il momento più appropriato in cui ritirarmi nella Tenda Rossa per ricaricarmi e rigenerarmi. 

Creo la mia Tenda Rossa con uno scialle, un foulard, dei teli rossi, 
un altare rosso, o una tovaglietta rossa.

Accendo una candela e mi siedo di fronte ad essa, 
mi regalo questo tempo esclusivo per me stessa, 
Davvero me lo merito!

Chiudo gli occhi ed inizio ad ascoltare il mio corpo
lascio correre la mente e lascio scorrere le immagini, 
i colori, i suoni, gli odori
ascolto il piacere, il disagio o l'indifferenza che sto provando, 
se in qualche punto il mio corpo è contratto,
appoggiandovi sopra  una o entrambe le mani,
inizio a  massaggiare dolcemente.

Mi cullo dolcemente dondolandomi avanti e indietro
con il primo chakra ben aderente alla terra
e intono il mio canto antico
evocandolo dal mio centro sacrale
attraverso la luna nera 
(la visualizzo)
e lasciandolo uscire attraverso la mia bocca.

Può essere un canto, un verso gutturale, un mantra, un grido, 
non è importante cosa arriva, ma da dove arriva.

Riconosco l'oscurità in me e la onoro 
attraverso questo semplice, ma potente rito.