lunedì 29 ottobre 2012

Plenilunio del 29 ottobre 2012 - La luna di Ecate: il buio che accoglie


“E’ tempo di salpare su un nuovo vascello, dice Ecate agli esseri umani. 
E’ tempo di uscire dalla crisalide e di entrare in una nuova intimità, una nuova vulnerabilità. 
Aprirsi, apprendere, andare. 
Metamorfosi. 
Non c’è da avere paura. Ecate è una levatrice e desidera solo aiutarci a nascere." 


Ecate è una divinità positiva, generosa, protettrice e legata ai misteri della vita nascita-morte-rinascita; al tempo dei Celti era quindi una dea luminosa. 
I greci prima ed i cristiani poi l'hanno relegata ad in ruolo di strega che lancia malefici e vive nel regno dell'ombra dell'Oltretomba, una Dea di cui avere paura. 
Conseguentemente alla sua associazione con Persefone, lei è connessa con il concetto di morte e rigenerazione. E’ suo compito infatti accompagnare le anime nel regno dei morti, ma lei fa anche il percorso inverso, cioè conduce dalla morte alla vita e sin dalla nascita illumina la strada nell’oscurità, dunque rappresenta anche il coraggio di avventurarci dove non conosciamo la strada, il coraggio di andare oltre i nostri limiti. 

Ecate, quindi, è il collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti, che unisce tenebre e luce. Il buio è anche ciò che per noi è ignoto, l’inconscio, quanto nella nostra vita è nascosto ma presente. Ecate è la torcia che fa luce in questo reame sconfinato che spesso neghiamo, o forse non riconosciamo, di avere. La sua funzione è di guida, illuminazione e libertà. In tel senso, è simile a Virgilio: accompagnatrice saggia, ella ha la funzione di indicare le vie dei regni inferi, di illuminarle. 

Ecate custodisce e presiede i crocevia: qualunque incrocio, in particolare quello di incontro di tre vie, è a lei sacro ed un tempo vi erano edificate edicole ed effigi in suo onore. Poste agli incroci di tre strade, le statue di Ecate proteggevano i viandanti, aiutandoli a scegliere il percorso giusto e ad individuare i passaggi meno rischiosi. Ecco perché in alcune rappresentazioni Ecate ha addirittura tre teste, ognuna che guarda in una diversa direzione. 

La cristianità ne ha fatto invece territorio diabolico dove vi si seppellivano i suicidi. Il crocicchio è, al contrario, un posto di concentrazione di energie: le strade, i cammini, i destini si incrociano e portano ad una scelta. 

Ecate è la dea delle scelte e della libertà di scelta. 

Lei è la Liberatrice perché si manifesta nelle nostre emozioni e nei nostri impulsi più profondi, i quali inevitabilmente minacciano il sistema ideato per contenerli. Lei è amore e al contempo rabbia, che rifiutano di accompagnarsi e di coesistere entrambi nell’ordine sociale.




IL RITO 


Il Rito della Luna di Ecate percorre a ritroso il viaggio di Persefone che, rapita da Ade e liberata poi per intercessione di Zeus sotto minaccia della madre di lei, Demetra, di rendere sterile la terra, ha dovuto restituire la ragazza. Ade però le ha fatto mangiare dei chicchi di melagrana e questo lega Persefone indissolubilmente al mondo degli inferi nel quale deve per sempre trascorrere 4 mesi all'anno. 

Ecate accompagna Demetra nell'Ade alla ricerca della figlia Persefone

Ecate e' la guardiana della soglia una sorta di Virgilio al femminile, una dea triplice quando si muove insieme a Demetra e Persefone, custode del passato, presente e futuro e' la Dea che da il suo consenso affinché i desideri umani si realizzino. 

Al tempo dei Celti era una dea luminosa, i greci prima ed i cristiani poi l'hanno relegata ad in ruolo di strega che lancia malefici e vive nel regno dell'ombra dell'Oltretomba, una Dea di cui avere paura, è il passaggio dal Matriarcato al Patriarcato.

Nel periodo in cui Demetra (rosso/madre/colei che dona la vita) va in cerca di sua figlia Persefone (bianco/fanciulla/innocenza inconsapevole) per liberarla è accompagnata da Ecate che indossa l’abito nero, come nera è la terra ricca di humus dopo che è stata arata dalle energie incanalate del Toro (Come in Toro è questa luna piena). Non siamo ancora in inverno, ma è proprio il tempo che intercorre tra la mietitura e la semina, tra fine estate e inizio inverno. 

La terra in questa fase è apparentemente sterile, nel senso che non ha ancora ricevuto il suo stesso seme da ritrasformare, ma nasconde dentro di sé tutta la potenzialità della generazione. 

Il rito va a riequilibrare il maschile ed il femminile: Persefone mangiando i chicchi di Melagrana che Ade gli offre, cede inconsapevolmente al maschile il proprio potere di donna selvaggia e libera, questa cessione del potere femminile è la stessa che consente ai cristiani di vedere Ecate come una divinità malvagia e crudele di cui avere paura: la strega, anziché l'anziana saggia che può dispensare doni, esperienza e benedizioni. 

Ora il maschile che comunque in un modo o nell’altro ha custodito in il potere femminile e ' pronto alla restituzione ed il femminile e' pronto all'integrazione e all'accettazione del suo Fuoco Sacro. 

I protagonisti sono 4: 
 Persefone/abito bianco - Demetra/abito rosso - Ecate/abitonero  
Ade/pantaloni neri, camicia bianca, fascia rossa 

 Ade sta al centro e custodisce il fuoco Sacro, le 3 donne arrivano dalle 3 direzioni: 
Est/Persefone - Ovest/Ecate - Sud/Demetra 

Arrivate al centro dove Ade attende davanti al Fuoco Sacro ci sarà uno scambio rituale
 di gesti e doni, con questa sequenza: 

 1 - Persefone si mette in bocca 7 chicchi di Melagrana simulando il gesto che anticamente
 ha compiuto, ma invece di masticarli ed inghiottirli, 
li sputa fuori, a terra, in maniera decisa; 

 2 – Ade dona ad Ecate un abito bianco (anche una pashminava bene)
 da indossare sopra quello nero; 

 3 – Demetra dona a Ade due pugni di grano. 
 4 - Ade restituisce alle 3 donne il Fuoco Sacro donando loro una candela accesa, 
 anche lui ne avrà una in mano e si ritorna dalle 4 direzioni da cui si è arrivati:
 Persefone/Est - Demetra/Sud - Ecate/Ovest - Ade/Nord 

La rinascita del Fuoco Sacro del femminile si svolge nel cuore delle tenebre. 

E' proprio in quel luogo infatti che il maschile, avendo custodito in se il potere luminoso del femminile, è disposto a restituirglielo, a patto che esso permanga per qualche mese nel profondo.

Protetto dal buio e dal silenzio dell'inverno, il femminile avrà così il tempo di integrare ed accogliere pienamente il potere straordinario del proprio Fuoco Sacro per ritornare così a splendere nella luce del sole a primavera. 

 


Non esistono eroi senza cicatrici 
non esistono grandi anime senza dolore 
non esiste trascendenza senza grande rottura 
non esiste tenerezza senza amare lacrime
 non esiste Luce se non risplende in mezzo al buio

...e'  il buio che accoglie...

 Questa notte tutto è possibile...
Lasciati accogliere dal buio 
e la Luce risplenderà 
come per Magìa


Notte lenta e silente...senza fretta di raggiungere l'alba


Carla G. Colotti
(L'Oscura Signora)

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