Detto tra me e te… eccomi qua, ancora una volta a La Yurta Solange a sentirmi una Donna fantastica, tra le Donne, direi una Principessa, dalla voce delicata e gli occhi allegri e luminosi.
Insieme ad altre 13 Donne sono qui, in questo luogo sacro, a condividere con le altre Donne il potere della Madre pienamente Vive, e connesse...
Questo è solo l'inizio di qualcosa di molto più grande.
Già sto sperimentando la sensazione di sentirmi diversa, più forte e serena e anche più sicura... e inaspettatamente accade qualcosa.
Ma cosa mi viene in mente???
Ph Margherita Vitagliano ©
Le immagini si accavallano, si confondono e mi ritrovo bimba fra le braccia della nonna.
Io piangevo e lei mi asciugava le lacrime e mi accarezzava i capelli:
“Andiamo su Carlita, mi dice la nonna, qualsiasi cosa è accaduta, tu sei pronta a ricevere?”
Rimanevo sempre affascinata dalla distaccata saggezza della nonna, e della sua profonda conoscenza Sapeva benissimo quali tasti toccare, quali argomentazioni avrebbero fatto breccia nel mio cuore.
Le parole si trasformano in emozione e il sogno si avvera, e la magia avviene: ecco…
Ripeteva come un mantra: "quando vuoi DAVVERO qualcosa Carlita, riesci ad ottenerla. Sempre."
A dire il vero , quando ero bambina amavo esplorare i luoghi in natura...la mia terra.
In particolare c'era un luogo speciale in cui mi sentivo una vera Principessa…era una piccola grotta scavata dentro la roccia (forse un rifugio del tempo di guerra).
Per arrivarci mi dovevo arrampicare fra gli alberi attraverso un piccolo bosco; era il mio nascondiglio segreto e mi ci recavo quasi tutti i giorni.
Avevo circa 9 anni e ai miei tempi si sa...non è come oggi che i bambini sono guardati a vista, e se mi allontanavo da casa anche un paio d'ore per andare a giocare con i miei amichetti nessuno ne faceva un dramma, tantomeno si chiedeva dove fossi perchè era normale che tutti i pomeriggi si uscisse in paese a giocare.
...eh si, la libertà che ho vissuto da bambina
è qualcosa di molto prezioso!
Quando andavo alla grotta, alla "mia cueva", tornavo a casa radiosa e felice, però non lo avevo raccontato a nessuno per paura che non mi lasciassero più andare.
Quel giorno però alcuni amici mi avevano seguita a distanza ed erano andati a spifferare tutto a mia mamma che naturalmente, appena saputo che da sola mi allontanavo nel bosco mi ha sonoramente sgridata e proibito di ritornare in quel luogo.
"Carlita - mi diceva la nonna - non preoccuparti, la tua grotta non è perduta, il tuo meraviglioso nascondiglio segreto è sempre con te...ora faremo un gioco, il gioco de La Yurta Solange!"
"Nonna, cos'è la Yurta Solange?"
"Carlita, La Yurta è una grande tenda tonda, è la casa dei popoli nomadi della Mongolia e quella de La Yurta Solange è una storia che mi raccontava la mia nonna nelle sere d'inverno accanto al fuoco.
Suo padre era un commerciante di tessuti e una volta aveva fatto un viaggio verso Oriente spingendosi fino alla Mongolia dove aveva incontrato i commercianti di stoffe all'interno di una Yurta. Ne era rimasto talmente affascinato che, tornato a casa non faceva altro che raccontare di questa meravigliosa avventura.
Ora insieme faremo un bel gioco, un gioco che anch'io facevo sempre da piccola con la mia nonna Geneviève (il suo papà aveva origini francesi), è il gioco de La Yurta Solange.
Vieni con me, andiamo in camera mia a cercare quello che ci serve nel mio baule!"
La nonna teneva ai piedi del letto un bel baule antico chiuso con un grosso lucchetto e io non avevo mai osato chiederle cosa contenesse. Quel giorno la nonna prese la chiave del grosso lucchetto da un piccolo scrigno portagioie sul suo cassettone e insieme aprimmo il bel baule antico.
Un "Ohhhhh......" di meraviglia uscì dalla mia bocca alla vista dei meravigliosi tessuti contenuti nel baule.
"Carlita, questi tessuti sono del padre di mia nonna, lei li ha ereditati e li ha tramandati a me ed ora io li tramando a te." Lì per lì mi era difficile comprendere, ma erano tessuti bellissimi, stoffe di ogni genere e tipo, ma la nonna continuò: "Carlita scegli solo i tessuti rossi che ti più ti piacciono e poi vieni con me"
I tessuti rossi erano i più belli e io già nel mio cuoricino li avevo preferiti agli altri.
Orgogliosa tenevo i tessuti rossi in mano seguendo la nonna che si era trasformata in una meravigliosa compagna di giochi.
Nel frattempo la mamma era al piano di sotto, impegnata con i clienti nel nostro negozio di forneria.
Fermandosi davanti alla stufa in cucina, la nonna disse: "Carlita ora mettiamo in cerchio 4 sedie girate verso l'esterno e poi le copriamo con i tessuti rossi.." Io non stavo più nella pelle e magicamente la cucina di casa mia si trasformò quel giorno ne La Yurta Solange. "Portiamo dentro i cuscini del divano e la lanterna che c'è sul tavolo in salotto."
In men che non si dica avevamo creato un luogo magico che nemmeno nei miei sogni più arditi avrei mai immaginato potesse esistere. "Carlita, amore di nonna, accendi la candela dentro alla lanterna mentre io vado a spegnere la luce."
Poi entrò con me nella magìa che insieme avevamo creato.
La luce della candela rendeva calda e accogliente la nostra Yurta rivestita di tessuti rossi, noi eravamo comodamente sedute con le gambe incrociate l'una di fronte all'altra sui morbidi cuscini ed il calore della stufa penetrava dal lato rimasto aperto per entrarci.
La nonna mi disse:
"Carlita ora chiudi gli occhi e con la schiena bella dritta inizia a dondolarti avanti e indietro e lasciati cullare dalla mia voce...ora siamo nella tua grotta, nella tua "cueva", nel tuo nascondiglio segreto, voglio che ascolti nel tuo corpo dove provi o senti dolore per il castigo che hai ricevuto di non poterci più andare.
Ecco ora appoggia le tua manine proprio in quel punto ed inizia a massaggiare dolcemente continuando a dondolarti avanti e indietro, poi lascia uscire dalla tua bocca il suono che sale da dentro di te."
La nonna in quel momento intonò un canto antico ed io in quel preciso istante iniziai a piangere di gioia...di dolore...di stupore
...non so.
La nonna mi disse: "Piangi piccola Carlita, amore di nonna, le lacrime sciolgono tutti i brutti ricordi e ci riconciliano con la vita." Poco dopo mi sentivo in pace con me stessa e con il mondo intero, volevo abbracciare la mia mamma anche se mi aveva sgridato...dalla mia bocca sgorgò un canto che non so descrivere a parole, era come una nenia che mi sembrava di conoscere da sempre.
"Carlita, questo è il tuo canto antico" mi disse la nonna. "vedi la grotta è un luogo che esiste da sempre dentro di te, ed è dentro di te, non fuori. Ogni volta che lo vorrai puoi fare il gioco de La Yurta Solange ed io sarò qua accanto a te, anche quando sarai grande, anche quando io non ci sarò più."
"Nonna ma tu sarai sempre qua con me come adesso, vero?"
"Certo piccola vedrai, quando sarai grande tu potrai giocare il gioco de La Yurta Solange con altre donne e questo è il mio Dono per te!"
Dopo queste parole appoggiai la mia testa nel grembo della nonna e sdraiata sui morbidi cuscini mi addormentai al tepore della stufa e alla luce soffusa della lanterna che rifletteva il colore rosso dei tessuti.
… e torno qui Carlita Moon Mother (Madre della Luna) nella nostra Yurta Solange.
E’ stato come essere avvolte in una morbida coperta, cullate dalla melodia della voce della nonna.
Poter donare ad altre Donne questa energia per aiutarle e sostenerle nel dolore, nei cambiamenti, nella trasformazione, nella connessione con il divino femminile, aiutarle a riconoscere la propria sacralità, è una esperienza impagabile che mi riempie l'anima...
Grazie nonna per le benedizioni date e le benedizioni ricevute!
Ph Margherita Vitagliano ©