Salò (Lago di Garda)
Mi chiamo Carla G. e vivo a Salò, sul Lago di Garda.
Tengo molto ai miei due nomi (Carla Giovanna) perché appartenevano ai miei due nonni e mi riportano alle mie radici; a questo proposito mi piace ricordare il libro di B. Hellinger “Senza radici non si vola”, e io ne ho un paio di ali, si chiamano Michele ed Elena, e sono i miei figli.
Nutro una grande passione per la terra in cui sono nata, in cui vivo e lavoro, ovvero il Lago di Garda. Il mistero e la magia dei luoghi che conosco da sempre, mi sono stati offerti in una luce completamente nuova, negli ultimi anni, luce che me lo ha fatto riscoprire.
Segni, “coincidenze” e simboli mi stanno guidando attraverso territori inesplorati, ma in qualche modo già conosciuti dalla mia anima.
Amo immaginare la mia vita come un viaggio
che mi porterà, alla fine, ad incontrare me stessa nella mia Essenza più Pura; ho riconosciuto l’inizio di questo mio viaggio nel momento in cui feci la richiesta di guarigione personale in un luogo, energeticamente parlando, speciale: La
Madonna del Rio a Salò (primo
luogo riattivato).
A quell’epoca ero pressoché inconsapevole di ciò che significava ripristinare la connessione energetica di un luogo, ma tutto si è svolto in modo molto naturale, come chissà quante volte è successo a molte altre persone in momenti particolari della loro vita, affidandosi ad una preghiera, un canto, un pensiero puro nel cuore rivolto alla Luce.
In quella particolare fase che stavo attraversando, qualcosa non funzionava nel verso giusto, e, nonostante il costante lavoro terapeutico a cui mi ero sottoposta per anni, lo schema continuava a riproporsi pressoché identico tutte le volte.
Il problema sembrava essere il mio rapporto con gli uomini e mi chiedevo: possibile che sulla mia strada incontri solo uomini che, per un verso o per l’altro, non si vogliono impegnare in nessun modo con me, o se lo vogliono finiscono col trattarmi come io fossi una loro “proprietà”?
Ci doveva essere per forza qualcosa che non andava in me poiché negli anni avevo imparato che ciò che si manifesta al di fuori di noi è soltanto lo specchio di ciò che esiste dentro di noi…
La preghiera che rivolsi quel giorno alla
Madonna del Rio riguardava la
guarigione del mio “femminile”, lungo tutto il mio albero genealogico, quindi una guarigione profonda che riguardava me, ma anche, di riflesso (ancora però non lo sapevo), tutte le donne che, come me, ripetevano ciclicamente lo stesso schema.
Era l’8 dicembre 2006, il giorno dell’Immacolata Concezione, quale giorno migliore per accogliere una preghiera di guarigione del femminile?
Il luogo designato per l’occasione fu il primo “Portale”
ri-attivato e si chiama il “Portale della Madre Nascosta”. Da quel luogo scende un’energia sottile molto potente, dolce ed accogliente come quella di una madre per i propri figli; chiunque vi si rechi può sentire la pace ed il senso di connessione con lo Spirito che si è ripristinato quel giorno. Pregando ai piedi della cascata si è immersi in una bolla al di fuori del tempo e dello spazio, un piccolo angolo di natura incontaminato che ci fa sentire in tutte le cellule la presenza del Divino attorno e dentro di noi.
Il viaggio comincia
a metà strada fra realtà e fantasia
là dove i mondi si incontrano...
...il motivo di questo mio “narrare” ha origine in un tempo lontano, un tempo di una mia precedente vita in cui ero una “Sacerdotessa”. In quella mia esistenza feci una scelta importante: decisi volontariamente di rinunciare al mio potere per amore di un uomo, che non accolse il “dono” che gli stavo porgendo. Da allora la mia anima antica, vita dopo vita, mi ha chiesto di essere liberata. Quel “potere” a cui avevo rinunciato avrei, però, dovuto desiderarlo con tutta me stessa, in una ri-connessione profonda di corpo-mente-spirito. Solamente in questo modo l’ ”incantesimo” si sarebbe potuto sciogliere.
Le Sacerdotesse in epoca Celtica erano il corrispondente femminile del Druido, vivevano isolate, nel cuore dei boschi, in luoghi selvaggi, presso le fonti, immerse nell’umido muschio. Spesso le si poteva scorgere danzare in cerchio in una radura, vestite di bianco, e per questo motivo venivano anche chiamate “le bianche signore” che detenevano segreti terapeutici legati alla loro profonda conoscenza del Regno Vegetale.
Mano a mano che mi avvicino a questo antico passato si risveglia in me l’antico sapere, ma la cosa meravigliosa è che questo non accade in solitudine, bensì assieme ad un gruppo di anime sorelle. Ognuna di noi ricorda un pezzetto indispensabile a ricostruire, come in un puzzle, la storia.
In realtà i ricordi legati all’epoca Celtica sono soltanto una parte di ciò che piano piano sta riemergendo, e le reminescenze più lontane risalgono alla mitica terra Atlantidea, e più precisamente al giorno in cui la mia terra sprofondò portando con sé, nelle profondità degli abissi, in un istante, tutti i miei amici più cari.
La mia vita mi fu risparmiata, ma nulla fu come prima.
Credo, però, che sia bene andare per ordine, ritornando al presente, per raccontarvi la mia storia.
Inizierò dal maggio 2007 quando diventai operatrice
PMT, dopo che già da tempo utilizzavo l’
Acqua Diamante.