lunedì 26 settembre 2011

L'Inno alla Terra di Cosmòs

E' un canto canalizzato da un gruppo di persone dell'Isituto di Ricerche Cosmòs.
Gigi Capriolo mi ha invitato a diffonderlo, di seguito le sue parole:

"Nella notte di novilunio di luglio 2011 ci è giunto un canto, un inno per la Terra. Sonorità che portano l'essere umano a immergersi nelle profondità dei Cieli e "vedere" ciò che non è uso vedere e "sentire" suoni mai uditi, "percepire" profumi che non hanno nulla di terrestre e "gustare" sapori e densità mai provate prima.
Cantando alla Terra, si entra in contatto con lei, con i suoi abitanti e con l'infinito che si riflette in questa nostra madre e questa musica permette ai nostri corpi sottili di farsi presenti nel nostro esser qui. 

Entrando in altre dimensioni, scopriamo ciò che saremo e ciò che un tempo fummo.

Un buon consiglio è quello di ascoltare, senza portare attenzione né a parole né a note, lasciando che il canto ci accarezzi e ci impregni come una doccia di acqua di sorgente. Poi, portando l'attenzione a noi stessi, ascoltiamo, guardiamo, percepiamo e gustiamo… è un'esperienza per tutti coloro che sono presenti sulla Terra, oggi."


mercoledì 21 settembre 2011

Il Rito dell'Acqua della Madre

Lilith, Hera ed Hermès e la lavanda dei piedi
condotto da Carla G. Colotti   (L'Oscura Signora)


Questo rituale rende possibile la manifestazione terrena del femminile integro splendente, il cui archetipo è rappresentato da Afrodite,
la Dea dell’Amore, la Dorada, l’Aurea.

E’ necessario preparare un catino, nel quale immergeremo i piedi, con acqua, erbe aromatiche, foglie e petali di fiori a nostra scelta, che avremo raccolto personalmente, nel nostro orto, giardino, prato o bosco.
Nel processo che avrà luogo fra Lilith (vestita di nero) ed Hera (vestita di bianco), Hermès (vestito di rosso) si pone al servizio del femminile e funge inizialmente da testimone, osservando le due donne mentre reciprocamente si onorano attraverso l’antico gesto di riconoscimento della lavanda dei piedi (strofinandoli con le erbe e i fiori) che avviene con questa sequenza: Hera inizia per prima, lavando i piedi a Lilith; la seconda è Lilith, che lava i piedi ad Hera, insieme le due Dee lavano i piedi ad Hermès (un piede alla volta lavato insieme a 4 mani da Lilith ed Hera).


Solo dopo che i due aspetti del femminile sono stati onorati, il maschile interviene compiendo egli stesso un’azione di riconoscimento ad entrambe le donne e, mentre le Dee si tengono per mano, Hermès lava loro reciprocamente i piedi, immersi contemporaneamente nel catino. Hera si pone alla destra di Lilith ed i piedi vengono lavati con questa sequenza: Il piede destro di Hera; il piede sinistro di Lilith; il piede sinistro di Hera e poi il piede destro di Lilith.
Terminata la lavanda dei piedi, sempre seguendo lo stesso schema Lilith, Hera di Hermès condivideranno del cibo e, poiché l’Eden era ricco di piante da frutto, il cibo scelto sono dei frutti di stagione: uva, fichi, melograni, prugne e mele.

Da qui in poi sarà possibile vivere pienamente una relazione d’amore
senza che per questo il femminile debba più rinunciare ad un aspetto di sé.

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Il Rito dell'Acqua della Madre
 
Guarda i video

Salò - Madonna del Rio - 03 settembre 2011






Valvestino - Centro Cosmòs - 25 settembre 2011



Carla Colotti spiega il Rito dell'Acqua della Madre
Valvestino 25.09.11



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sabato 17 settembre 2011

Il Mito e l'Archetipo di Hermès

Hermès è un Dio di Fuoco e rappresenta la volontà, l’azione,
il principio originario maschile per eccellenza,
è rappresentato dal colore rosso.


Hermès è una divinità di estrema astuzia e furbizia, spesso gli viene attribuita l’invenzione del fuoco, ma caratteristica fondamentale è il fatto che Hermès sia simbolo del vigore fisico e della forza che lo rende ufficialmente protettore degli atleti. Egli è anche protettore dei mercanti, del commercio, ed anche dei ladri, il mito ci racconta di una figura divina molto diversa dalle altre, e decisamente più divertente.
Egli sa prendere in giro, prendersi gioco, degli altri, di sé stessi e un po’ anche della vita. La capacità di sdrammatizzare, quella cosa che tante volte aiuta a risolvere i problemi, semplicemente osservandoli da un’altra angolatura, da una prospettiva più distaccata, per scoprire che si può prendersi un po’ meno sul serio, si può persino ridere di noi, e giocare, come fanno i bambini, per i quali tutta la vita è gioco.

Inoltre Zeus, rendendosi conto di non poter seguire tutti i suoi regni e tutte le diatribe tra gli dei, decide di concedere ad Hermès la possibilità di spaziare tra i vari suoi regni. Per questo Hermès diventa re dei confini, che lui è l’unico a poter superare.

Egli è il Dio della soglia e signore di tutte quelle fasi della vita in cui siamo ad un passaggio,
per esempio da bambino ad adulto, come se si fosse su un ponte.

Hermès è però anche colui che accompagna le anime dei morti all'Ade meritandosi per questo l'epiteto di Psicopompo ("accompagnatore, guida delle anime").. in questo caso la sua funzione è duplice: riaccompagna quei pochi che hanno avuto il permesso di ritornare alla luce, come Persefone.

Si crea dunque questo scambio tra i due mondi che rappresenta la vera funzione mercuriale
di interazione tra le diverse nostre parti.

La sua funzione di accompagnatore nel regno degli inferi, insieme a Persefone, ne racchiude il simbolismo di psicopompo, ossia colui che ti accompagna nel profondo per trovare ciò che in superficie non si trova. Ed è qui che fa il grande salto di qualità: dopo aver unito il sopra con il sotto, inizia a prendere in considerazione che queste cose non sono separate.

giovedì 15 settembre 2011

Il Mito e l'Archetipo di Afrodite

Afrodite rappresenta  quella potenza che spinge un essere
irresistibilmente verso un altro essere: l’amore passionale.

Infatti viene raffigurata, cinto il corpo di rose e di mirto, su un carro tirato da passeri, colombe e cigni, mentre indossava il famoso cinto magico, che rende irresistibile chiunque lo possieda, perché vi sono intessute tutte le “malie” d’Afrodite, il desiderio e il favellare amoroso e seducente che inganna anche il cuore dei saggi, come diceva Omero. Persino Hera, i cui rapporti con Afrodite non erano certo idilliaci, se lo fece prestare allorché Zeus aveva per la testa qualche avventura galante.
Afrodite invece incarna proprio il principio del piacere fine a sé stesso, Lei ama per il piacere di amare, e a differenza di altre, sceglie ad uno ad uno i suoi amanti, non subendo mai le altrui scelte. Con il suo cinto magico, che indossa per sedurre chiunque lei scelga di amare, Lei fa dono della sua bellezza e del suo amore, senza altri scopi se non l’amore stesso. La sua gratificazione personale è legata al suo personale valore ed al fatto di scegliere, ed è proprio questo che la rende irresistibile, la sua autenticità.


Afrodite non ama per compensare un vuoto, o per “sistemarsi” o per procreare, Lei basta a sé stessa. Altra cosa che la distingue e la rende estremamente pericolosa agli occhi di uomini e donne più insicuri è che Afrodite non mostra nessuna indecisione nell’esprimere la sua attrazione e utilizza l’erotismo come strumento di seduzione. Lei non attrae per ciò che offre, come altre Dee e mortali più materne e compassionevoli di Lei, ma per ciò che è, e proprio questo suo essere sé stessa fino in fondo produce la grande attrazione.

Lei infatti incarna l’amore, prima di tutto per sè stessa, poi verso gli altri.

La bellezza di Afrodite ha molto a che fare col concetto di armonia e di bellezza interiore, legata cioè all’essere veri ed autentici. Peraltro al di là dei suoi comportamenti amorosi, va riconosciuto che Lei sempre nel suo agire ama la chiarezza e la sincerità ed infatti tutto ciò che fa, avviene sempre alla luce del sole.
Anche per questo viene definita la dorada, l’aurea.



martedì 13 settembre 2011

Il Mito e l'Archetipo di Hera

Hera in greco significa Signora, regina dell'Olimpo e sposa di Zeus,
rappresenta la donna-moglie e punisce le infedeltà coniugali.

E' la dea della prosperità e la patrona dei parti; essa viene ricordata come la persecutrice di tutte le sue rivali in amore e di tutti i figli nati dai rapporti extraconiugali dell’infedele consorte. Il mito di Hera descrive un archetipo di donna e moglie abbastanza particolare: l’obiettivo della donna Hera è il controllo e la gestione del ménage familiare, più che la ricerca di un’intesa sessuale col proprio uomo. Tali donne non ricercano di godere della presenza del proprio compagno, ma costruiscono case lustre e contemplative, tavole ben preparate, facciate dipinte e infiorate per i vicini.
Se il partner della donna Hera non è una persona forte, risulta spesso essere più vicino al bambino viziato, prima dalla mamma e poi dalla moglie; altrimenti tale marito è simile a Zeus. E allora la perfetta donna Hera prorompe in violente e vocianti scenate.

Come ci raccontano i miti l’Olimpo intero tremava, quando la regina degli dèi era infuriata. Tale donna non è gelosa in senso erotico, ma è posseduta da una gelosia impersonale, poiché “qualcosa” nel suo focolare non va come dovrebbe andare.

La donna Hera, seppur conosca le attività libertine dell’uomo Zeus, non chiede il divorzio, non rompe il legame coniugale, poiché quello che conta di più
è l’istituzione del matrimonio, e non la coppia.

Quando Hera si sposo’ perdette il suo scettro del potere detenuto per decine di migliaia di anni (la Dea Hera abitava nel Giardino delle Esperidi). Esiste un rito di Hera di rigenerazione personale, lei era solita bagnarsi alla fonte di Canato per recuperare la sua verginita’, nulla ha a che fare con il concetto della verginita’ fisica, ma di qualcosa di molto più esteso e importante. “L’aspetto della Dea vergine rappresenta quella parte della donna che un uomo mai  puo’ riuscire a possedere ne’ a penetrare, che mai viene toccata dal bisogno di un uomo e dalla sua approvazione, che esiste di per se’, indipendentemente da lui. Il termine vergine significa incontaminata, pura, incorrotta, mai consumata, mai manipolata dall’uomo…la donna che e’ vergine, UNA in se’ stessa, fa cio’ che fa a prescindere dal desiderio di piacere, essere gradita o approvata, a prescindere dalla brama di estendere il suo potere sull'uomo, per catturarne l’interesse o l’amore, ma lei fa ciò che fa perchè è l'espressione della sua essenza profondamente vera e spontanea”.

La donna che vive un rapporto coniugale come Hera
spesso dimentica la sua verginita’ psicologica e se ne allontana.

Quali che fossero le sue modalità, la perseveranza nel credere nel suo ruolo è la sua caratteristica più evidente. Sarà sicuramente protettrice affettuosa e consapevole sia delle spose realizzate, sia di quelle tradite e umiliate e mai rifiuterà di sostenerle nei momenti difficili.



domenica 11 settembre 2011

Il Mito e l'Archetipo di Lilith

Con Lilith siamo in un archetipo estremamente potente
e sicuramente non semplice da incontrare.

La storia, dicono, sia andata così:
C’era una volta la Grande Dea in Babilonia e uno dei suoi volti, Lilith. C’erano, a quel tempo, popolazioni pacifiche improntate all’uguaglianza fra uomini e donne. E c’erano i nuovi popoli, fra cui quello ebraico, spesso nomadi e dalla struttura patriarcale.

Gli ebrei dunque scrissero un libro sacro, la Bibbia.

Nel primo capitolo della Genesi, nella sua forma più antica, Dio, o, forse, gli Dei (Elohim, la parola con cui è indicato, è un plurale), diede origine al creato. E gli uomini furono creati insieme, maschio e femmina, Adamo e Lilith. Il settimo giorno, mentre l’energia divina della creazione riposa, Adamo e Lilith fanno l’amore. Lilith accoglie Adamo, che è sdraiato sopra di lei. Più tardi Lilith dice ad Adamo: “La prossima volta scambiamo le parti, e io sto sopra”. Adamo risponde “No” e Lilith argomenta: “Perché no, dal momento che siamo stati creati uguali?” Adamo ribadisce il suo no e Lilith decide di andarsene e si allontana senza guardarsi indietro. Va lungo le rive del Mar Morto, dove abitano scorpioni e serpenti e veleni.  Adamo va a lamentarsi da dio e Lilith viene maledetta: i figli che lei concepirà moriranno sempre, perché a lei non è dato partorire vita, ma solo morte.

E Lilith si trasforma nella regina delle streghe e abita l’oscurità di Lucifero.

Lilith però rappresenta la DIGNITA’ DELLA DONNA.

Quella forza insopprimibile che porta la donna a scegliere di essere se stessa, qualunque sia il prezzo da pagare. Come le eroine dell’opera, che entrano nella pazzia per non rinuciare a dire la verità, ad essere la verità in un luogo dove ciò non è permesso.
Nel mito di Lilith si gioca chiaramente la struttura di una società prima egualitaria, di pari ‘diritti’ dell’uomo e della donna e in seguito patriarcale, di donne sottomesse all’uomo. L’incarnazione del ‘diritto’ originario, per esorcizzare il senso di colpa, diviene quindi demone. Dell’originario immenso potere della Dea, l’aspetto del potere di seduzione femminile viene a attribuito a Lilith, il demone. Il potere di attrarre e disporre dell’uomo, un tempo tipico della Grande Madre, può sussistere solo nella rinuncia all’aspetto materno.

In questo modo è possibile ‘contenere’ la portata della seduzione femminile, comprendendola come potere malvagio e oscuro, tentazione diabolica.
In Lilith convivono quindi la sconfitta, l’esilio e l’invidia per il femminile sottomesso ma fecondo, per il volto luminoso della Dea, a lei negato. Nemica soprattutto delle donne, agli uomini sottrae solo il seme, mentre alle gravide e ai loro neonati toglie la vita.


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venerdì 9 settembre 2011

Il Percorso di Hèrmes – Le 4 porte di Salò - n.1

Le Festività celtiche di Beltane, Litha e Lughnasad hanno scandito con regolarità e sincronicità strabiliante lo svolgersi di questo percorso che è stato rivelato a me Carla G. Colotti (L’Oscura Signora) e ad Angelo Mangiapane (Il Custode del Fuoco) poco per volta aggiungendo man mano lungo il percorso frammenti di intuizioni o improvvise prese di coscienza.


Come è iniziato questo viaggio oltre il tempo? e come io e Angelo abbiamo capito cosa era necessario fare, come muoversi e soprattutto quando muoversi?

Beh...avendo alle spalle ciò che è accaduto nel 2008 attraverso il viaggio fra i portali del Garda (che non è per niente terminato il 08.08.08, ma è proseguito con altri 2 portali di cui vi narrerò strada facendo) diciamo che è stato relativamente chiaro e intuitivo comprendere la richiesta che la terra del Garda, e non solo, stava lanciando.

Di pari passo Angelo Mangiapane (Il Custode del Fuoco) e mio compagno di Tango Argentino, a gennaio 2011 ha iniziato a parlarmi apertamente di uno Spirito guida che da tempo gli parla, facendolo svegliare nel cuore della notte per recarsi in un luogo a Brescia dalla guida stessa indicato e chiamato “Il Ponte sopra il tempo”; in questo luogo, a contatto dell’acqua del fiume che scorre, gli vengono date indicazioni riguardanti soprattutto le scelte della sua vita privata.

Vi devo a questo punto rivelare che anch’io opero attraverso una Guida che da sempre mi indica il cammino, ma che ho imparato ad identificare in maniera precisa a dicembre 2006 quando sono stata da lei con una precisa richiesta: Lei è “La Madre”

Hèrmes è il nome della Guida di Angelo e gli si è rivelato in maniera quasi inaspettata, con questa affermazione: “Io sono Hèrmes di Orione, il Signore degli Abissi e il Signore di tutti i tempi; ti guiderò a varcare quella soglia che tanto ti spaventa”.

Inizialmente Hèrmes ha guidato Angelo attraverso un percorso in città a Brescia, che ho riconosciuto molto simile a quello dei portali sul Garda. Ricordo che Angelo era un po’ disorientato quando me ne ha parlato per la prima volta, ma gli ho detto che a me era già accaduto e che doveva semplicemente mettersi in ascolto e seguire le intuizioni e le indicazioni che man mano gli venivano date.

Il percorso a Brescia parte dalla statua di Arnaldo da Brescia e seguendo un flusso ben preciso arriva alla chiesa di S.Francesco (la Sorgente), poco distante dalla chiesa di S.Maria della Pace (l’Abisso) sulla cui cupola svetta una bellissima Madonnina d’oro che sovrasta tutta la città e guarda in direzione di Arnaldo da Brescia. Hèrmes ha rivelato ad Angelo che quello era il flusso della prosperità della città, bloccato e manipolato dai potenti che governano le leggi dell’economia e le sfruttano a proprio esclusivo vantaggio. Non a caso sul flusso si trovano i più importanti Istituti di Credito della città. Riprenderemo questo argomento in un post dedicato.
Non ci ho messo molto a comprendere che tutto ciò era direttamente collegato a Salò e che le guide ci stavano mostrando qualcosa di molto importante, chiedendoci di metterci al loro servizio.




Il giorno di Pasqua (24.04.2011) io e Angelo abbiamo fatto un "giretto" partendo da casa mia, scendendo sulla statale a Pratomaggiore, attraversando il viale di cipressi all'interno e risalendo la collina, seguendo il flusso dell'energia che risale dal lago attraverso il portale delle antiche querce ed è chiaramente indicato dai cipressi come al lazzaretto...



Il viale di cipressi a Pratomaggiore finisce nel niente...e questo non è adeguato...da quando in qua non c'è una casa importante alla fine del viale di cipressi? Allora ho detto ad Angelo...”se la casa non è in fondo al viale significa che è in cima alla collina”, così siamo partiti alla ricerca del mitico luogo! E lo abbiamo trovato eccome...la terza porta…un luogo magico ed inquietante al tempo stesso, pareva ci fossero delle persone anche se non si vedevano e si percepiva una sorta di energia pietrificata molto simile alla vibrazione all’interno del Vittoriale di Gardone R.

La notte sia io che Angelo abbiamo fatto entrambi sogni inquietanti: voci che ci parlavano dicendoci cose terribili, sia a me che a lui, è chiaro che era un rilascio dell'energia di quel posto.

Poi la mattina dopo abbiamo fatto una serie di riflessioni a proposito dell'energia che sale dal lago e che viene convogliata e catturata per essere altrimenti utilizzata dalle abitazioni costruite su quel flusso...a partire dal lazzaretto (la prima porta), la casa inquietante sotto il portale delle antiche querce  (la seconda porta), questa nuova casa sulla collina di Villa di Salò (la terza porta), la casa vicino alla chiesa degli alpini sempre sulla collina di Villa di Salò (la quarta porta).

Le costruzioni bloccano il flusso pietrificandolo…proprio come a Brescia…dove sull’antico flusso, ora si snodano una serie di abitazioni e Istituti di Credito (Banche).

Per liberare nuovamente il flusso le Guide ci hanno detto di recarci nei luoghi individuati con un simbolo e di fissare sulla terra l’energia di questo simbolo. Quale sarebbe stato il simbolo, come dovevamo fissarlo nei luoghi e quando lo avremmo dovuto fare, rimaneva ancora un mistero….
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Ho ipotizzato che il simbolo potesse essere l’Antakarana (ponte fra le dimensioni), ma nell’arco di un paio di giorni Hermés ha spiegato ad Angelo che il simbolo che avremmo dovuto utilizzare era quello che Angelo aveva già disegnato qualche tempo addietro e che ora teneva appeso al muro in camera sua. In verità Angelo è rimasto un po’ sconcertato da questa rivelazione, in quanto pensava che il simbolo da lui disegnato fosse un talismano suo personale da custodire gelosamente.

Questo simbolo si chiama "VIVO" ed è un fior di Loto, simbolo dell'ascensione spirituale, ha 11 petali. Magico numero che indica un ciclo concluso e l'inizio del nuovo. Le spirali sono destrorse: simbolo d'evoluzione e della possibilità di donare...
Il triangolo con la punta verso l'alto è il Fuoco: la tensione dell'uomo verso Dio.

Se fosse con la punta verso il basso sarebbe il Suo Amore verso noi...

Hermés ha detto: "questo simbolo ha una memoria e un suono che ha assorbito dall' energia dell'universo, scavando nel suo silenzio, esiste un suono represso che aspetta solo di essere scatenato". Ha poi aggiunto: "non siete costretti a fare cose che voi non vogliate fare,se decidete di non farlo, lasciate andare , se decidete di farlo , dite "lo voglio fare" e fatelo con gli atti e non con le parole".

Per attivare e fissare il simbolo nei luoghi designati avremmo dovuto utilizzare delle pietre e delle candele colorate, perciò la sera stessa ci siamo recati alla spiaggia della “Conca d’Oro” a raccogliere le “pietre diamante”:

- 11 pietre bianche per i petali
- 9 pietre grige/azzurre per il cerchio
- 6 pietre rosse per il triangolo

Per le candele colorate:

- 11 gialle per i petali
- 8 azzurre per il cerchio
- 6 rosse per il triangolo

Le pietre diamante raccolte alla Conca d’Oro le abbiamo portate con noi alla “Festa della Fioritura”, l’antica festa Celtica di Beltane che si è svolta nel palazzo comunale a Salò il 30.04.11.
Le abbiamo così caricate con l'energia di quella giornata, proprio nel cuore del potere di Salò: Il Salone dei Provveditori.

Ah dimenticavo...Hermés ha detto che avremmo dovuto svolgere le cerimonie a mezzanotte!!!