giovedì 6 gennaio 2011

All'imbocco del viale di cipressi dell'Abbazia

Il portale dell' "Uomo Nuovo"

Il 20 luglio 2008 in questa Abbazia sul Lago si è svolta la cerimonia di apertura di un portale energetico, chiamato il “Portale dell’Uomo Nuovo”.
Erano circa le 18.00, eravamo in sei persone : Monica, Fabrizio, Elisa, Carla, Filippo, Federico.
Monica ci ha diviso in tre coppie, assegnando ad ognuno il suo compagno: Monica-Fabrizio, Carla-Filippo, Elisa-Federico.
In realtà la cerimonia era stata prevista per sole 4 persone: Monica, Fabrizio, Elisa e Carla (1 coppia e 2 donne testimoni)…poi una serie di circostanze ha fatto in modo che insieme a noi ci fossero Filippo e Federico (due uomini), ma ancora Monica era convinta che la cerimonia dovesse essere fatta solo dalle 4 persone nominate, me l’ha ribadito ulteriormente appena entrati nel piazzale dell’Abbazia. Avevo già detto a Filippo di portare Federico a fare un giro dell’Abbazia mentre noi svolgevamo il rituale e lui mi aveva detto ok.
Monica sabato mi aveva telefonato raccontandomi d’un fiato una serie di eventi molto forti da lei vissuti negli ultimi giorni e preannunciandomi questo rituale che si doveva fare assolutamente entro il giorno 20 luglio, al tel. era molto concitata ed io ero un po’ preoccupata…non capivo bene fino a dove voleva arrivare. Ho pregato tutta la notte per questa cosa e la mattina sono andata a messa insieme a Filippo, Fabrizio e Rossella, dai frati cappuccini di Barbarano, ho pregato Filippo di dire un Rosario, a Simonetta di mandare i simboli di guarigione alla cerimonia e a Gaia di mandare Reiki a Monica ed Elisa dal giorno prima, avevo anche pensato di andare noi quattro alla Madonna del Rio e di recitare un Rosario tutti insieme prima di andare all’Abbazia, ma non c’è stato il tempo perché Michele (mio figlio) mi ha chiesto di fargli una lezione di guida.
Non so perché, non avevo idea di quello che Monica aveva intenzione di fare, ma sentivo il bisogno, la necessità profonda di una protezione grande e di una guida dall’alto. Il fatto che ci fosse Filippo mi ha rassicurato molto, come Cavaliere Templare il suo compito è quello di custode, quindi la sua presenza voleva dire: siamo autorizzati a procedere.
Federico non so come è arrivato fino a lì, ma Federico per me è sempre una figura rassicurante, lui è sempre stato silenziosamente al mio fianco in ogni momento difficile o gioioso della mia vita, è un AMICO VERO per cui mi sentivo serena e affidata, avevo fatto tutto quello che umanamente mi era stato possibile fare, seguendo a tratti il cuore e a tratti la mente, ascoltando la paura ma seguendo il sentire profondo, ed eccoci tutti lì, davanti alla fontana all’imbocco del viale di cipressi dell’Abbazia. Stavo per dire a Filippo che era arrivato il momento di portare Feerico a fare un giretto, quando Monica ha iniziato a parlare cambiando repentinamente il programma e dicendo che visto che eravamo in 6, 3 uomini e 3 donne, quindi 3 coppie, avremmo fatto tutti quanti il lavoro ed ha iniziato a spiegarci…
Avremmo dovuto incamminarci a coppie lungo il viale fino al portale dei cipressi, gli uomini a sinistra e le donne a destra, poi al portale ci avrebbe spiegato il resto.
La cerimonia in sé mi piaceva molto, ma quando Monica ha scelto le coppie ho provato un moto di disappunto nel ritrovarmi accoppiata con Filippo, non perché a Filippo non voglia bene, ma perché se avessi potuto scegliere avrei scelto di farlo con Federico, con lui è rimasto aperto un cerchio 29 anni fa e mai più c’è stata l’occasione per chiuderlo…ancora una volta dovevo rimandare…ma tutto è nella perfezione divina ed ho accettato ciò che Monica aveva deciso per noi. Siamo arrivati al portale dei cipressi e per tutto il tratto di strada continuavo a sentire il rammarico, la delusione e l’esclusione, ancora una volta un’altra donna aveva deciso della mia vita e per l’ennesima volta a me toccava tacere…quanto dolore in questo, ma anche quanta fiducia nel processo che stava avendo luogo, in fondo Monica è una mia Maestra ed è una donna, in questo periodo con Chiara sto lavorando a livello profondo sul ritrovare la fiducia nel femminile, nel contatto con la Madre…se la madre ancora una volta mi chiedeva una rinuncia, voleva dire che era giusto così!
Arrivati al portale Monica ci ha fatti sedere tutti in cerchio per terra ed ha iniziato a parlare…ha parlato di un processo di purificazione iniziato per lei e Fabrizio il 30 di giugno, del viaggio dei giorni precedenti a Les S. Marie del la Mèr dei messaggi ricevuti e del significato simbolico di questi messaggi…del termine del processo di purificazione il giorno 21 luglio, proprio oggi mentre vi sto scrivendo. Monica ha detto che le è stato comunicato in canalizzazione che era necessario fare, prima del tramonto del 21° giorno di purificazione (quindi domenica 20 luglio), una cerimonia di apertura di un portale energetico per permettere all’energia dell’ “Uomo Nuovo” di ancorarsi nelle griglie terrestri, le è stato anche indicato il luogo ed è l’Abbazia in cui siamo, di più Monica non sapeva dirci, né sapeva dirci dei risvolti di questo processo, l’unica cosa che ci chiedeva era un SI totale al processo. Altra cosa di cui ci ha parlato era che sentiva che tutto quello che stavamo per fare era legato ad una pulizia profonda a livello sessuale sia maschile che femminile, aveva a che fare con la sacralità della sessualità, messo tutto questo in evidenza dalla tragica morte di Giacomo avvenuta il giorno prima e dalle circostanze della sua morte che non descriverò in questo contesto poiché molto riservate.

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Quindi per ritornare all’essenza della cerimonia ognuno di noi avrebbe dovuto focalizzare un’intento da portare lungo tutto il viale, percorso a ritroso…“dalla morte alla vita”…dal cimitero dell’Abbazia alla fontana della “Luna” (arcano n. 18 dei tarocchi), soglia dell’abisso della conoscenza del bene e del male, dove l’ “albero del bene e del male” si trasforma in “albero della conoscenza” e lo Spirito Santo può iniziare la sua discesa fino al Regno (Malkut, la TERRA) attraverso la colonna centrale trascendendo la dualità e quindi l’illusione.

Arcano n. 18 - La Luna
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Per me è stato chiaro fin da subito l’intento che mi apparteneva: era l’INTEGRITA’.

A quel punto ho sentito FORTE l’impulso di parlare, DOVEVO assolutamente in quel contesto dire a Federico una cosa che da sempre pensavo ma per la quale MAI avevo trovato la situazione più adatta per dirgliela e così, con il cuore che mi batteva forte ho preso la parola e guardando Federico negli occhi ho iniziato a parlare:
“Ho da dire a Federico una cosa da tanto, tantissimo tempo, l’ho pensata da sempre ma mai gliel’ho detta…” e poi rivolta anche al resto del gruppo ho proseguito con una fortissima emozione che mi attraversava: “Federico per me è stato il primo uomo in assoluto che io ho amato ed è anche l’unico uomo che io ho conosciuto che è rimasto fermo nell’integrità della scelta fatta a quell’epoca di stare con un’altra donna, nonostante io l’abbia amato per anni e per anni l’abbia provocato in continuazione, fino a quando ho imparato a trasformare dentro di me il forte sentimento che per lui provavo.” Ora aggiungo: “è rimasto per lui un bene profondo che va al di là del tempo e dello spazio, al di là della vita e della morte.” E poi rivolta a Monica: “Vorrei fare il tratto di strada insieme a lui!”…nella più profonda accettazione che se Monica mi avesse risposto di no sarebbe comunque andato bene così!
A quel punto Elisa ha iniziato a parlare dicendo che anche lei aveva qualcosa da dire. Ha raccontato che già da quando Federico è arrivato a casa mia nel primo pomeriggio, lei ha avuto un sussulto; Federico assomiglia tantissimo a Carlo, un ragazzo di Bergamo che anch’io qualche volta ho visto (e confermo ciò che Elisa dice nella somiglianza con Federico). Elisa ha vissuto nei confronti di Carlo qualche anno fa una sorta di trasporto passionale e di anima che però è rimasto non agito se non attraverso la verbalizzazione dei sentimenti reciproci poiché Elisa, essendo sposata, sentiva forte dentro di sè il radicamento alla FEDELTA’ trasmessole dai suoi genitori e dalla sua famiglia. Io pensavo “che nobile sentimento la fedeltà” rivoltandolo immediatamente su me stessa e su ciò che ha fatto crollare la torre del mio matrimonio, la FEDELTA’ CONIUGALE.
E’ durato solo un attimo questo confronto, perché subito è passata un altro concetto: FEDELTA’ A ME STESSA ED ALLA MIA ANIMA ed in quello mi sono sentita completamente pulita, ho tradito mio marito per ritornare ad essere completamente fedele a me stessa ed alla mia integrità di donna e mi sono subito sentita IMMENSAMENTE ORGOGLIOSA di come sono:
- di quello che comunque mio padre mi ha trasmesso, cioè il RISPETTO profondo nei confronti della sua donna, di colui che sa fermarsi quando occorre e rimanere in silenzio ad aspettare, che non oltrepassa mai il limite del consentito anche quando ce ne sarebbero tutte le ragioni;
- di quello che comunque mia madre mi ha trasmesso ed è la DEVOZIONE che solo una madre può avere, quando sua figlia la rifiuta in modo totale, eppure lei rimane presente, in silenzio ad aspettare.

Anche la mia famiglia mi ha dato RADICI PROFONDE.

A quel punto Monica ha detto ad Elisa: “Se Carla sta con Federico significa che tu hai scelto ancora una volta la fedeltà” ed Elisa ha annuito dicendo, come fosse un’improvvisa illuminazione: “E’ vero!”.
A quel punto eravamo pronti, ci siamo spostati un pezzetto più indietro, proprio davanti al cimitero dell’Abbazia e camminando ancora a coppie, mano nella mano, stavolta gli uomini a destra e le donne a sinistra, siamo arrivati al portale costituito da due grossi cipressi, un maschio e una femmina, a destra il maschio, a sinistra la femmina, come in Chiesa, quando ci si sposa…

Monica ha dato un’ulteriore consegna: “Quando arrivate al portale, vi dovete fermare tra gli alberi, guardarvi negli occhi ed abbracciarvi cuore a cuore, poi iniziate il cammino verso la fontana…”
Monica ha parlato della scritta che c’era sul cancello del cimitero dandone una lettura in chiave interpretativa, ma ero agitatissima e non la ricordo per niente…mi sembra parlasse di case…
Partiamo, Monica e Fabrizio davanti, io e Federico al centro, Elisa e Filippo per ultimi.
Arrivati al portale, durante l’abbraccio, Federico mi ha stretto forte e mi ha detto nell’orecchio: “Grazie per le parole che hai detto, io comunque l’ho sempre saputo…” ed io gli ho risposto: “Si, ci ho solo messo 25 anni per dirtelo…” poi tenendoci per mano abbiamo imboccato il viale ed io ripensando agli anni trascorsi e rifacendo il conto ho precisato che erano esattamente 29…nel mese di luglio del 1979 (avevo 14 anni, una bimba)…così come due vecchi amici che sembrano non vedersi da anni abbiamo fatto un breve viaggio a ritroso nel tempo per rimettere a posto ciò che era rimasto in sospeso.
Io e Federico non abbiamo mai fatto l’amore però con lui ho scambiato il primo “bacio vero” poi lui mi aveva lasciata perché mi aveva detto che ero troppo piccola.
La prima volta che ho fatto l’amore con l’uomo che sarebbe poi diventato mio marito e padre dei miei due meravigliosi figli (Michele ed Elena) era il 03 agosto 1980 (vi parla questa data? A me tantissimo…28 anni dopo, è la stessa data dello spettacolo degli arcani al Lazzaretto di Salò )…a 15 anni ero ancora una bimba, avevo il cuore trafitto dal primo uomo che mi aveva respinta e fare l’amore mi faceva sentire così grande, così donna, così importante! …non importa se sul mio diario segreto scrivevo in maiuscolo “FARE L’AMORE? NO, NON FA PER ME…NON SONO PRONTA”.
Lui era suadente…ogni giorno un pezzetto…i suoi lunghi discorsi…lui sapeva dove voleva arrivare…io invece, stavo barattando la mia anima per briciole d’amore, ma questa è un’altra storia.
Ritorniamo a noi, all’Abbazia, al viale dei cipressi, alla fontana della Luna…siamo arrivati, Monica ci dice di bagnarci le mani con l’acqua e di scambiare con il nostro compagno una benedizione con dei tocchi reciproci sul viso ed il corpo con le mani bagnate.
E’ fatto, ci prendiamo tutti per la vita cingendoci in un nido accogliente, preghiamo….”Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra…”, un Padre Nostro, un’Ave Maria poi a me esce qualcosa così di getto: “Quando ero bambina e giocavo a guardia e ladri, per nascondermi mi arrampicavo sempre su un cipresso che ora non c’è più, perché quando hanno rifatto il lungolago a Gardone l’hanno tenuto a lungo con le radici scoperte ed è morto, vorrei pregare per lui…” è scoppiata una risata, cosa c’entrava il mio cipresso in quel momento Dio solo lo sa, eppure la mia bambina questa cosa la doveva assolutamente dire.
In quel momento ero una bimba e la risata mi ha fatto avvampare di vergogna per quello che stavo dicendo e non sono riuscita a dire più nessuna preghiera…è tutto ok…ritorna la donna; concludo dicendo: “mi hanno detto che quando in meditazione si visualizzano le radici di un albero che raggiungono l’acqua, significa che si è capaci di trarre il proprio nutrimento interiore…il cipresso ha un’unica radice lunga e profonda…la radice del mio cipresso raggiungeva e toccava l’acqua del lago sottostante la piazza”.
Poi Elisa ha aggiunto: “ora dobbiamo girare per mettere in moto l’energia del portale…come il giogo che ha visto Carla al Lazzaretto…tre giri lenti in senso orario”.
Missione compiuta, sono circa le 19.30 non è ancora il tramonto.



Ore 20.30
Io e Federico siamo alla Baia del Vento a mangiare una pizza, da Salò arrivano nuvole cariche di pioggia, scoppia un forte temporale con raffiche di vento molto forti.



Ore 22.00 circa
Federico mi sta riportando a casa, la strada passa davanti al Lazzaretto, poco distante, proprio al mulino, vediamo dei lampeggianti, sono i vigili del fuoco. “Caspita cosa sarà successo?” esclamo. Lentamente ci avviciniamo ed oltrepassiamo l’ostacolo. Sono esterefatta, davanti alla ruota (del mulino) si è sradicata una pianta grandissima, però è buio non si vede bene non riesco a capire di che pianta si tratta.


Lunedì 21 luglio 2008 ore 21.15 circa
Ho appena chiuso l’ufficio, ho fatto tardissimo perché volevo finire questo scritto, ma non sono riuscita, Elena (mia figlia) mi ha telefonato, è già arrivata a casa dal mare e mi aspetta, vado da lei. Ho bisogno però di sapere una cosa: “che pianta è caduta ieri al mulino?” E’ importante saperlo perché questa mattina mi è arrivata una mail di Gigi Capriolo, il notiziario n. 108 di Cosmos, in fondo, ma proprio in fondo Gigi descrive gli alberi del mese di agosto…che combinazione…leggete da voi…



Mail Gigi Capriolo 21.07.08

Per i Celti, l'albero protettore fino al 4 agosto è il Cipresso. Dal 5 fino al
> 13 è il Pioppo, dal 14 al 23 è il Cedro e dal 24 agosto al 2 settembre è il
> Pino.
> Il Cipresso rappresenta la Fedeltà.

....ora devo sapere che pianta è caduta davanti alla ruota…è troppo importante. Faccio “le Zette” (è una strada che si chiama così perché è tutta a tornanti), arrivo alla Conca, giro a destra verso Il mulino, il cuore mi batte per l’emozione, la vedo, la pianta è grande, una chioma maestosa, radici non molto profonde, è ancora lì per terra nel posteggio, tagliata a pezzi, agonizzante, completamente sradicata…”Che cavolo di pianta è?”
Non la riconosco proprio, mi frullano due nomi, ma non ne sono sicura. Mi fermo, prendo una foglia e corro a casa, provo a chiederlo a mia figlia, magari lei la riconosce.
Arrivo, guardiamo insieme il libro di scienze, parla solo di forme, concordiamo che è cuoriforme. Andiamo al PC…google…immagini…digitiamo il primo nome dei due che ho pensato: betulla, Elena fra parentesi scrive (foglia). Subito appare l’immagine, ma non è la betulla, la foglia è molto più regolare, non così frastagliata.
Proviamo il secondo: pioppo (foglia). Appare l’immagine: è lui, l’abbiamo trovato. Il cuore mi batte di nuovo all’impazzata, devo rileggere la mail di Gigi, apro la posta, giù con il mouse fino in fondo, fino agli alberi: DA NON CREDERE…leggetelo voi…

Per i Celti, l'albero protettore fino al 4 agosto è il Cipresso. Dal 5 fino al
> 13 è il Pioppo, dal 14 al 23 è il Cedro e dal 24 agosto al 2 settembre è il
> Pino.
> Il Cipresso rappresenta la Fedeltà.
> Forte, muscoloso, adattabile, il nativo prende ciò che la vita ha da dargli, è
> contento, ottimista, sempre in cerca di soldi e riconoscimenti, odia la
> solitudine, ma è appassionato in amore e mai soddisfatto, è fedele di indole,
> ma insubordinato, pedante e spensierato.
> Il Pioppo rappresenta l¹Incertezza.
> Appare decorativo, non molto fiducioso in se stesso, è coraggioso solo se
> necessario, necessita di benevolenza e un intorno piacevole, è molto pignolo,
> spesso da solo; ha una grande vitalità, natura artistica, è un buon
> organizzatore, ama la filosofia; affidabile in ogni situazione e prende molto
> sul serio le proprie relazioni.
> Il Cedro rappresenta la Confidenza.
> Il nativo è di rara bellezza, ama la lussuria; è sempre in salute, accomodante
> e timido, tende a guardare con disprezzo gli altri perché è convinto di se
> stesso, determinato, impaziente, ama impressionare gli altri; ha molte doti, è
> industrioso, sa prendere rapidamente le decisioni, ha un sano ottimismo, e
> aspetta l¹unico vero amore.
> Il Pino rappresenta il Dettaglio.
> Ama la compagnia, è molto robusto, sa come rendere la vita comoda, anche se
> molto attiva, naturale, è un buon compagno anche se non sempre un amico,
> s¹innamora facilmente, ma la sua passione si spegne velocemente; interrompe
> facilmente quello che fa ed ogni cosa lo delude, finchè trova il suo ideale; è
> fidato e pratico.

L’INCERTEZZA E’ STATA SRADICATA…non male come lavoro energetico!
Il portale è aperto, il collegamento attivato.
Grazie a tutti dal cuore, soprattutto a Giacomo, il nostro PONTE, lui con la sua morte ci ha aperto la strada…Filippo ieri sera ha visto un arcobaleno…Giacomo ci ha guidati tutti quanti…dall’aldilà.

LA SUA ANIMA AVEVA UN COMPITO GRANDE, MERITA TUTTO L’ONORE POSSIBILE. NAMASTE’.

Carla

15.07.2008 Elisa SMS ore 12.03
Ho la sensazione ke il femminile stagnante e rosicato della geografia del lago possa essere guarito facendo FLUIRE LA DEVOZIONE. Devozione l’energia femminile da IMPERSONARE. Ho avuto una forte conferma da Monica, fare fluire la DEVOZIONE

15.07.2008 SMS a Elisa 12.59
Questo SMS mi è stato mandato da Erica il giorno dopo la PMT al Lazzaretto, ho aggiunto solo la parola devozione. Devozione=forte sentimento di amore provato dall’essere umano verso Dio che può manifestarsi sul piano fisico con esperienze di tipo mistico o estatico… La Madonna del Rio non tarderà a dimostrare la sua opera. Devozione-Fede-Fiducia e la connessione terra-cielo sarà ripristinata anche con l’aiuto di 133 cipressi 1+3+3=7. BACI…il numero 7 è il compimento di un ciclo.

15.07.2008 S SMS ore 14.27
Devozione per me è amore costante con dedizione.


25.07.08 DEVOZIONE= FEDE-FIDUCIA-FEDELTA’ (LE 3F) ripristinata il 20.07.08 all’Abbazia



20.07.08 sms a Monica, Elisa, Filippo, Fabrizio ore 22.55
Grazie, dal mio cuore alto, per quello che oggi è avvenuto. Un abbraccio grandissimo

20.07.08 sms a Gaia ore 23.05
Tutto è in un ordine divino di perfezione. Love love love, in alto i nostri cuori…

20.07.08 sms di Filippo ore 22.58
Riposa serena, la Grazia fluisce copiosa per Amore. Gesù, con la sua Mamma, gioisce.

21.07.08 sms di Elisa ore 09.13
Grazie a te Carla, sei davvero una persona Splendida.

21.07.08 sms di Fabrizio ore 09.25
Grazie a te per la presenza, la pazienza, l’amore che mi hai donato…e per le tue radici salde…e per tutto quello che vorrei dirti che le parole non sanno trasmettere. Tvb

21.07.08 sms di Gaia ore 16.14
Ieri tipo tromba d’aria verso Portese…bene! Ha attivato l’uscita. Nella perfezione gioiosa. Gaia

21.07.08 sms a Gaia ore 16.34
Sradicata una pianta davanti alla ruota del mulino…no comment. Fatto un lavoro grande all’Abbazia ieri con Monica, appena finisco di scriverlo ti mando mail. Love

21.07.08 sms di Monica ore 17.45
Cara Carla grazie a te, a voi per ogni cosa. Grazie per la tua grande consapevole dolcezza e per l’ospitalità. Grazie…continuiamo insieme…, con amore grande.

Il compito non è ancora concluso, il cerchio si chiude il 08.08.08 con "la Meditazione per il Lazzaretto (che è in noi)"

mercoledì 5 gennaio 2011

Fabrizio e il Diavolo - l'Arcano n. 15 dei Tarocchi

Arcano n. 15 - Il Diavolo

11/20 luglio 2008
PREMESSA
Fabrizio è il compagno di Monica, ma da qualche mese il loro rapporto si è rotto. Dal racconto di Monica, Fabrizio che lavora in banca, dall’inizio dell’anno, è stato trasferito in una nuova filiale, dove è a stretto contatto con una collega che già conosceva, ma che prima vedeva molto poco. Sembra che fra i due inizi una relazione che fa andare la coppia Monica-Fabrizio in crisi completa. Fabrizio decide di comunicare a Monica il nuovo stato dei fatti ed a questo punto è rottura totale.
Inizialmente Monica esce di casa, dalla casa che insieme a Fabrizio avevano da poco acquistato, ma successivamente decide di rientrare, a questo punto è Fabrizio ad andarsene.

DAL RACCONTO DI FABRIZIO
Fabrizio è in crisi, non sa più cosa vuole, la nuova storia non lo convince troppo, e dopo un mese di soggiorno nella sua vecchia casa dove stanno i suoi genitori, decide di prendersi un appartamento per conto proprio dove ora lavora.
Appena trasferito nella nuova casa arredata, trova nel cassetto di una scrivania un diario di una donna che scrive al fratello (probabilmente il precedente inquilino dell’appartamento) riguardo alla separazione di quest’ultimo. Fabrizio trova molti spunti personali di riflessione in questo diario. Nel frattempo si chiariscono le cose fra lui e Monica, con vari incontri in cui si dicono tutto quello che fra loro era rimasto in sospeso, cose belle e cose brutte, nella trasparenza assoluta.
La relazione di Fabrizio con la nuova persona (Silvia) è comunque terminata, anche se fra loro è rimasta una bella amicizia, talmente bella che Silvia propone a Fabrizio di andare comunque in vacanza insieme. Fabrizio e Silvia avevano prenotato questa vacanza dal 12 al 19 luglio 2008 quando stavano insieme; Fabrizio era stato allettato da una vacanza al mare di riposo e relax, ed ancora lo era anche se fra lui e Silvia nel frattempo le cose erano cambiate, perciò non aveva disdetto la vacanza ed era intenzionato ad andarci.
Nel frattempo si stava anche riavvicinando a Monica, aprendo in lei una lieve speranza.
Siamo a questo punto al giorno 07.07.08 lunedì.
Fabrizio mi telefona esprimendo il desiderio, dopo lo spettacolo teatrale del 3 agosto, di andare qualche giorno “in quel monastero che tu conosci”, mi dice. “Ho bisogno di riflettere e vorrei trascorrere qualche giorno con calma”. Accenna alla sua situazione con Monica, lo lascio parlare e lui al tel. si allarga molto di più di quanto io mi aspetti raccontandomi come sono andate le cose fino a quel momento. Io lo ascolto senza commentare, nel frattempo mi sorge una domanda: “Cosa vuole da me, perché mi sta dicendo tutto questo?” Io Fabrizio lo conosco, ma non ho una confidenza tale da far si che lui mi racconti tutto come ad una vecchia amica, la cosa mi lascia un po’ stupita.
Comunque dico a Fabrizio che gli faccio sapere, devo sentire Filippo, è lui che ha il contatto diretto con l’Abbazia, quindi appena lo sento gli chiedo se può vedere di prenotare. Fabrizio sembra contento e ci salutiamo.
Passano soltanto pochi giorni ed arriviamo a giovedì 10.07.08, Filippo è a Roma per lavoro ancora non è stato in Abbazia, ma non mi sembrava ci fosse tutta questa fretta; Fabrizio la mattina di quel giovedì mi telefona ed è agitatissimo, mi dice che vuole anticipare il suo arrivo al “monastero” e se è possibile che lui possa fare una settimana iniziando dal giorno successivo. Mi prende alla sprovvista e gli dico che bisogna aspettare l’indomani mattina, perché Filippo deve rientrare da Roma ed andare all’Abbazia a chiedere. Lui mi ribadisce che è molto importante per lui venire via da lì dov’è perché non sa più che deve fare: Monica ha scoperto che sabato dovrebbe partire per il mare con l’altra donna ed è andata su tutte le furie buttando di nuovo a gambe all’aria quel pochino che erano riusciti a ricucire, lui dal canto suo si era reso improvvisamente conto della “sciocchezza” che stava per fare e quindi aveva comunicato a Silvia, alla vigilia della partenza, che non sarebbe più andato con lei, scatenando anche in lei l’ira di Dio.
Fabrizio era tra due fuochi, la soluzione più saggia, in quel momento, era quella di sparire per qualche giorno, in modo che le acque si calmassero un poco. Mi aveva chiesto molta riservatezza e di non dire a nessuno del fatto che lui sarebbe venuto a Salò.
“Ci aggiorniamo domani”, gli ho detto prima di salutarlo.

11.07.2008 venerdì ore 09.00
Filippo è in Abbazia, mi chiama e mi dice che se Fabrizio vuole andare, lo può fare, previo colloquio telefonico con Padre Raffaele che vuol conoscere le motivazioni profonde che lo muovono in direzione del ritiro di una settimana in Abbazia, quindi mi dà il tel. di Padre Raffaele e mi dice di dire a Fabrizio di chiamarlo, anche perché proprio quella settimana si svolge in Abbazia un ritiro di Don Mazzi, da domenica 13 luglio a sabato 19 luglio. Se Fabrizio decide di andare deve unirsi ai partecipanti per il ritiro.
Riferisco il tutto a Fabrizio, il quale immediatamente chiama Padre Raffaele, e poi, subito dopo mi richiama. Mi dice che ok lo prendono però da domenica mattina, non prima…io avverto in lui l’urgenza di venire immediatamente ed inizio a pensare che questa è una cosa guidata, per cui cerco di accompagnare come meglio posso lo svolgersi degli eventi.
Propongo a Fabrizio di arrivare il venerdì pomeriggio e di andare al B&B di Gaia per le due notti prima dell’Abbazia. Chiamo Gaia, ma lei ha tutto pieno, però trova un posto da un suo collega poco distante Agriturismo “La Sercola” – Loc. Palude di Puegnago del Garda.
Comunico a Fabrizio la sistemazione e lui è felicissimo, non sa più come ringraziarmi, mi dice di inviargli le indicazioni con il percorso stradale, arriva nel pomeriggio.
Ormai è netta la sensazione che questo viaggio è guidato ed io sono “Virgilio” che accompagna Fabrizio/Dante nel suo viaggio, passatemi il termine, all’ “inferno”… ancora non so bene quello che mi aspetta.
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Quel pomeriggio è successa una cosa strana, nel senso che ho fatto il matto a quattro per chiamare il mio meccanico convinta di avere la revisione dell’auto scaduta dal 4 di aprile, gli ho portato l’auto e mi sono fatta riaccompagnare a casa, per poi rendermi conto che la revisione scadeva in aprile del prossimo anno…eppure avevo letto bene la data 04.04.07. Come ho potuto confondermi, due anni dal 2007 fanno 2009? Mah…sono un po’ stanca in questo periodo, ho proprio bisogno di ferie!
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Ore 18.15
Fabrizio arriva al Gioffice, il mio ufficio, dice che ci ha messo un sacco ad arrivare, ha incontrato 3 incidenti in autostrada. Lo faccio aspettare un quarto d’ora, chiudo l’ufficio ed andiamo da Gaia, poi insieme a lei andiamo alla “Sercola”.
Appena lasciata la strada statale ed imboccata quella che porta in Loc. Palude, il mio cuore ha un sussulto…ed esclamo meravigliata: “Ma io questo posto lo conosco, ci sono già stata…è pazzesco!” Sorrido e non dico altro. Nella mia mente si accavallano veloci i ricordi di una sera d’inverno del 1996 insieme all’uomo che aveva da poco riaperto il mio cuore. 12 anni fa quel luogo era completamente in costruzione…che effetto vederlo finito ed abitato…me ne ero completamente dimenticata…per un momento vago con i miei ricordi in quei momenti felici di 12 anni fa. Arriviamo a destinazione, accompagniamo Fabrizio in camera e poi ci diamo appuntamento per le 20.30, andiamo tutti quanti a mangiarci una pizza. Fabrizio è molto preoccupato per la strada, ha paura di perdersi, io gli dico di aspettarmi che lo passo a prendere…..peccato che la mia auto è dal meccanico! Ho di nuovo bisogno di ferie…
Chiamo Gaia e le dico di passare lei a prendere Fabrizio, insieme poi mi vengono a prendere, doveva esserci anche Filippo ma è stanco sfinito e se ne va a dormire, avevo invitato anche Franco, ma anche lui aveva altri impegni…avevamo riso con Franco: “se vengo anch’io facciamo le 3F…in realtà lui ha detto anche un’altra cosa che ora non sto a ripetere, ma ci abbiamo riso sul doppio senso, ogni tanto ci piace scherzare così.
Eppure le 3F mi avevano colpito molto, non è un caso…ho pensato, ma cosa vorrà dire?
Comunque Gaia ha detto andiamo al Porto di Portese. Fabrizio da quando era arrivato aveva la fissa del Lazzaretto, voleva sapere dov’era, voleva andarci subito. Non si può gli avevamo detto, è chiuso la sera, ci andiamo domani, con calma, non scappa niente. Poi come per una magica combinazione, per andare a Portese ci passiamo davanti ed io dico a Fabrizio: “Eccolo è qua il Lazzaretto che lo volevi vedere…”. Lui vuole fermarsi a tutti i costi, vuole scendere dall’auto ed andare a vedere l’entrata, ma è chiuso, si ritorna domani. Chiacchieriamo un attimo sotto i cipressi e lui inizia a parlarci della sua parte nel teatro, lui è il “Diavolo”, è un po’ inquietante fare il diavolo in un cimitero!...in effetti….
Allora per sdrammatizzare un po’ iniziamo a scherzare e gli diciamo che però lui è un Diavolo strano, perché è accompagnato da due angeli…”Hai visto mai il Diavolo accompagnato dagli angeli?” allora lui dice….”sono proprio un POVERO DIAVOLO…” ed io di rimando: “Ma no, la vera storia è questa…la vera storia è tu sei venuto qua in veste di diavolo per sciogliere i patti…di solito si fanno i patti col diavolo, tu invece sei qua con due angeli per sciogliere tutti patti che hai fatto…” manco immaginavamo quello che sarebbe successo e scherzando scherzando arriviamo in pizzeria. Durante la pizza parlando del Lazzaretto ho sentito un impulso fortissimo di raccontare a Fabrizio la storia del 33, della PMT all’Aquila e all Lazzaretto, così intensamente, al punto che lui mi ha detto: “Io quella cosa lì la voglio fare, la PMT” .
“Ok, te la faccio domani mattina a casa mia, tu aspettami all’agriturismo che ti vengo a prendere con Filippo”.
Dopo la pizza abbiamo fatto una passeggiata sul lago e ci siamo seduti sulla spiaggia a chiacchierare, c’era un lieve venticello ed in lontananza il cielo lampeggiava, io pensavo ad Elena (mia figlia) in montagna, in campeggio con gli scout nella tenda, avevo voglia di vederla e abbracciarla, una nostalgia fortissima di lei, di casa mi stava stringendo il cuore.

12.07.2008 Sabato ore 09.00

Filippo arriva a casa mia e mi accompagna a Gardone dal meccanico a prendere la mia auto, poi ritorniamo a Salò, sono le 10.30, io chiamo Fabrizio per dirgli che lo andiamo a prendere, ma lui mi dice che è già al Lazzaretto da due ore; “come al lazzaretto?” gli dico io. E lui: “si, ho trovato la porta aperta e sono entrato”. Mah…è così strano quello che sta dicendo.
Con Filippo arriviamo al Lazzaretto, posteggiamo l’auto fra i cipressi, in effetti la porta laterale del Lazzaretto è aperta…entriamo…Fabrizio è sistemato nel prato con una salvietta e sta leggendo, sembra un turista in spiaggia. Ci salutiamo e lui ci racconta che ha sentito il bisogno di stare in quel posto per un po’, come se si dovesse ambientare, facciamo un giro all’interno, sotto il porticato, ci sono un sacco di lapidi di morti anche della prima guerra mondiale, una in particolare mi colpisce…parla di ricordi e di amore e finisce così…L’AMORE è DOLORE…mamma mia che tristezza, che angoscia quella povera anima….proseguiamo nel centro del prato dove c’è una fontana con al centro la statua di S. Giacomo protettore dei pellegrini. La fontana è praticamente asciutta, come asciutta è la cascatella sulla roccia di tufo retrostante poiché stanno facendo dei lavori di ampliamento del cimitero ed hanno deviato il corso dell’acqua del fiumiciattolo che scorre. La statua di S. Giacomo è proprio nel centro del prato in corrispondenza dell’ingresso principale, il portone dove abbiamo fatto la PMT il 5 luglio. Fabrizio si gira verso il portone e dice:

“sentite che cigolio inquietante quel portone, è da stamattina quando sono arrivato che non smette un attimo!” Mi metto in ascolto, in effetti il cigolio è proprio impressionante, è continuo, come un lamento, non smette un secondo. La spiegazione è semplice: davanti al portone passano auto in continuazione e muovono l’aria creando il cigolio del portone. Ci avviamo verso l’uscita, ma Filippo e Fabrizio (2F) vogliono guardare dentro la chiesetta di S. Rocco, Filippo apre il catenaccio e spalanca la porta, la Chiesa è inquietante, sul lato sinistro c’è un teschio con delle spade, mi fa impressione. Filippo e Fabrizio si divertono ad accendere le luci alzando ed abbassando l’interruttore; dico loro di smetterla altrimenti saltiamo tutti per aria, l’impianto è vecchio, ma proprio vecchio, mi ricorda la guerra…mi ricorda i nazisti…chiudiamo e tutto si dissolve nella bella giornata di sole estiva.
Salgo in auto con Fabrizio, andiamo a casa mia a fare la PMT, Filippo ci saluta e ritorna a Desenzano.
Inizio il trattamento, niente di rilevante fino all’ultimo quadrante, il maschile inespresso…sono attratta verso il basso a livello dei piedi, so che quella zona riguarda l’occulto, le magie subite, quasi subito visualizzo un fiore, una bellissima genziana blu, penso “che cavolo…una genziana…cosa vorrà dire?” mi viene in mente la sorella di mio nonno, morta a 19 anni mentre raccoglieva stelle alpine (per un attimo ho sovrapposto la genziana con la stella alpina, ma sono entrambi fiori di alta montagna). Subito dopo vedo davanti alla genziana della terra che inizia a smuoversi come se ci fosse sotto una talpa, si smuove ancora di più ed inizia a scorrere come fosse lava, sta uscendo del materiale purulento in quantità industriale tanto che mi viene quasi il vomito mentre faccio la PMT. Cerco di spostarmi un attimo su di un altro quadrante, tanto il tappo è tolto, dico fra me e me, ma nulla da fare, devo ritornare su quel quadrante e lavorare sullo spurgo….lavoro….lavoro ….lavoro….finalmente il pus cessa di uscire, nella terra è rimasto un buchetto ripulito e la genziana si è come avvizzita…cavolo, si nutriva di quella roba!.
Termino la seduta e poi racconto a Fabrizio quello che ho visto dicendo che secondo me la genziana rappresentava una donna, o comunque un femminile che si nutriva di qualcosa di purulento ed era rigogliosa e bella proprio per il marcio di cui si nutriva. Per me l’immagine e l’analogia era molto chiara. Chiedo a Fabrizio se gli viene in mente qualcosa al riguardo e lui dice che l’unica associazione che gli viene da fare è con sua madre e con la Valle Camonica dove sua madre ha le radici.
Saluto Fabrizio perché mi aspettano i miei a pranzo, siamo d’accordo di vederci per una pizza la sera.
Terminato il pranzo dai miei sto per rientrare a casa quando leggo uno sms di Fabrizio che è ritornato al Lazzaretto attratto da non so bene cosa:

12.07.2008 Fabrizio SMS ore 14.19
Il portone del Lazzaretto urla e chiede di essere aperto, io non so cosa c’entro in tutto questo ma ho paura perché sono stato mandato con forza qui, perché sento il vomito al pensiero di fare il diavolo qui. Cosa mi viene chiesto? Così velocemente…si stanno delineando intrecci…ma so che ci sono e vado avanti.

12.07.2008 SMS a Fabrizio ore 14.39
Stai tranquillo…il disegno viene mostrato man mano, stai nell’amore, la paura separa. Baci a dopo. Sono contenta che hai capito che sei stato mandato qua a forza, io lo avevo già sentito prepotentemente.

Mentre ritornavo a casa in moto ho sentito forte di dovermi fermare per scrivere a Fabrizio questo sms:
“Vieni subito a casa mia ti devo portare alla Madonna del Rio, ma alle 15 devo essere a casa, ti accompagno poi tu rimani là per un po’”

La Madonna del Rio chiamava Fabrizio con prepotenza, era essenziale che lui entrasse in contatto con la sua energia di guarigione. Fabrizio arriva ed io lo sto aspettando già in sella alla mia moto, gli dico di seguirmi e lo guido fino a Renzano alla Madonna del Rio. So che quando arriviamo devo accendere due candele in chiesa, una per me che rappresento il femminile ed una per lui che rappresenta il maschile, una terza deve essere portata alla Madonna dove c’è la cascata.
Arrivati sul posto la Chiesa è chiusa…oh caspita che faccio ora?....mi guardo attorno e vedo la casa dei custodi, c’è gente che chiacchiera, mi avvicino e chiedo alla signora se mi può aprire la Chiesa, mi guarda un po’ stranita, MA SO CHE NON MI DIRA’ DI NO. La Signora ci apre al Chiesa, io entro e vado dritta ad inginocchiarmi all’altare, Fabrizio arriva e si inginocchia accanto a me, alla mia destra, sento che sta arrivando guarigione. Dico una preghiera e poi vado ad accendere le due candele e ne prendo una terza per la Madonna. Salgo con Fabrizio alla cascata, gli mostro il cammello guardiano della soglia e poi l’utero della madre e le mani appoggiate sulle ginocchia aperte, Fabrizio mi ascolta e osserva un po’ frastornato, lui non capisce ma la sua anima si. Deve rimanere lì per un po’. Accendo la candela e cerco di posizionarla sulla santellina dove c’è la Madonna, ma la candela non vuole stare in piedi, io devo scappare, consegno la candela a Fabrizio, è lui che la deve sistemare.
Ci rivediamo la sera per una pizza insieme ad amici, sembra tutto tranquillo, Fabrizio l'indomani mattina entra in Abbazia ed inizia il suo ritiro.
Io racconto l’accaduto di oggi via sms a Gaia e lei mi risponde così:

12.07.2008 Gaia SMS
Credo che nella vita sia molto importante la dimensione e la leggerezza del gioco. Con amore, Gaia

12.07.2008 SMS a Gaia ore 23.29
Ti ringrazio per il ricordarmi sempre la connessione con la gioia e la leggerezza del gioco, a volte, spesso, ce ne dimentichiamo entrando in vortici e dimensioni diverse. Ho portato Fabrizio alla Madonna del Rio, al resto ci ha pensato Lei. Tvb ti abbraccio

13.07.2008 SMS a Gaia ore 11.24
Ieri è stata una giornata memorabile, cmq il portone del lazzaretto anche io e Filippo l’abbiamo sentito urlare…faceva veramente impressione, le anime pietrificate chiedono a gran voce di essere liberate. Bacio grande

13.07.2008 Gaia SMS ore 15.40
In ogni caso il lazzaretto e le relative anime vanno contattate dal cuore magari con suono OM e con il choku rei. Entro stasera ti mando via mail uno schema per meditazione e reiki a distanza. Love sempre. Gaia

13.07.2008 SMS a Gaia ore 15.52
Sono certa di quello che stai dicendo, sono molto spaventate ora, sarebbe un grave errore aprire ora il portone, vanno calmate e rassicurate ed aiutate ad andare nella luce…con amore. Le anime assisteranno con noi allo spettacolo di Monica e conosceranno l’amore in tutti i suoi aspetti. Love grazie che ci sei

13.07.2008 Gaia SMS ore 16.45
Stai più che tranquilla. Se non fossimo in grado l’universo non ci avrebbe affidato questo compito. Quelli da rassicurare siamo noi. E’ forte contattare l’appestato che c’è in noi. Ci saranno lacrime ma è più che ok. Tranqui fanky! L’amore vince nella luce ed ha tutto il supporto.

Fabrizio è arrivato all’Abbazia:
13.07.2008 Fabrizio SMS
Ciao, sono nella camera 41 4+1=5 il Papa. Nel corridoio s’è appesa la carta 9 l’Eremita…del Diavolo abbiamo già parlato…sono le 3 carte che interpreto nel teatro. E qui poi il gruppo è formato da 3 suore, 12 preti, 7 laici e me…silenzio..


Arcano n. 5 - Il Papa                        Arcano n. 9 - L'Eremita                                  Arcano n. 15 - Il Diavolo

Ti aspetto   "All'imbocco del viale di cipressi dell'Abbazia"

martedì 4 gennaio 2011

Salò è strana...

Riflessioni di una sera d’estate del 2007.

Sono sul lungolago di Salò insieme ad amici, all’altezza dei giardini Baden Powell, stiamo aspettando un tavolo per mangiare una pizza e sotto un salice piangente in riva al lago facciamo queste riflessioni:

“Certo che Salò è proprio strana…da un lato il lungolago con le luci e la vita…dall’altro i cipressi con il cimitero…” fine della riflessione, arriva il tavolo e cambiamo discorso.

Quello che è stato detto però continua a macinare dentro di me e a momenti lo ricordo provando una strana emozione, come un’evocazione di qualcosa.
Dopo qualche tempo, nella scuola dove lavoro, scuola, il Preside riceve un omaggio: una cassetta ed un cd sul lazzaretto e sulla peste a Salò del 1630. Lo guardo incuriosita ed il Preside mi dice di portarmelo a casa per guardarlo.
E’ strano, proprio l’estate scorsa dovevamo fare un’evento al lazzaretto: una rappresentazione teatrale della favola “Le tre Melangole d’Amore”, per questo il cd mi ha incuriosito. (chissà perché l’Amministrazione comunale ci aveva affidato quel posto dimenticato dagli uomini e da Dio…)

Guardo il cd, racconto a Filippo dell’accaduto e faccio una considerazione: “ma cosa c’entra la peste?” La domanda non trova risposta, ma a me torna in mente Salò…da una parte la vita…dall’altra la morte.
E’ passato altro tempo e quest’anno lo spettacolo si fa veramente, viene Monica Antonioli, la rappresentazione è “I 22 volti dell’amore” il 3 agosto 2008 (per me è una data molto importante).
Il primo pensiero è che sicuramente Monica muoverà dell’energia in quel luogo così fermo, immobile, pieno di dolore pietrificato, ancora non conosco il compito che mi aspetta.

Al solstizio (21 giugno 2008) appena trascorso siamo stati a Collemaggio all’Aquila, io, Filippo, Rossella e MariaCristina (Achua della Rosa). Collemaggio aveva chiesto una pulizia energetica con la PMT (aspirapolvere) il 15 marzo 2008; la pulizia è stata fatta il 22.06.2008.
Come per un incontro ancestrale ci siamo ritrovati in 4 operatori: Io, Rossella., Danilo e MariaLuisa:

Davanti alla porta della Perdonanza
il mondo si è fermato per 15 minuti,
il tempo è rimasto sospeso.

Abbiamo chiuso il rituale mettendo un Sigillo

eravamo tutti e 4 in fila indiana, tutti e 4 con l’encoder puntato al centro del portone, l’energia in quel momento era fortissima…a me viene in mente la frase della grande invocazione

“…e possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede…”

…la porta è stata sbarrata, il male non ha più potere, la sensazione E’ NETTISSIMA per tutti e 4.

Quel week-end all’Aquila mi ha nauseata, se non fosse per la PMT e per MariaLuisa che invece mi ha allietata…IL SIGNORE E’ IL MIO PASTORE…NULLA MI PUO’ MANCAR…

MariaLuisa da tempo sentiva risuonare in lei questa canzone ed il 22 giugno, durante la messa a Collemaggio ha chiesto all’organista se poteva suonargliela; quello, senza mezzi termini, le ha detto che non era nel repertorio e quindi non si poteva fare.
MariaLuisa era rassegnata, ma l’organista al termine della messa le è corso incontro sbigottito dicendole che era accaduta una cosa incredibile e chiedendole se era lei l’artefice.
“Di cosa?” , chiede MariaLuisa. L’organista le mostra  un foglio piegato, un messalino di parecchi mesi prima con la canzone “Il signore è il mio pastore” in bella evidenza; l’organista è esterefatto e dice a MariaLuisa: “ che significa? Che devo fare?”
MariaLuisa risponde: “Beh…il minimo che può fare ora e suonarla…”
L’organista, il prete che ha celebrato la messa, il coro e MariaLuisa si riuniscono tutti attorno all’organo e la richiesta di MariaLuisa viene ampiamente esaudita. Nel pomeriggio mentre mi racconta l’accaduto io sorrido: il pomeriggio precedente mentre in auto attraversavamo l’Aquila in auto con Filippo, pensando scherzosamente che noi tre eravamo le sue “pecorelle”, a me è venuta in mente quella canzone e per un breve momento mi sono messa a cantarla …NULLA MI PUO’ MANCAR…NEI TUOI PASCOLI…
Incredibile la rete che ci connette tutti quanti…

Mercoledì 2 luglio 2008 - mattina (è il compleanno di mia nonna, compie 94 anni), ho un’appuntamento fisso con Gaia il mercoledì mattina per preparare il convegno di ottobre. Sbrigati i compiti burocratici decidiamo di andare a fare un giro al Lazzaretto ed al cimitero di Salò, voglio farle conoscere Francesco (un anziano signore morto nel 2005 che ha rappresentato per me una figura molto importante; era il Direttore e proprietario della scuola privata nella quale ho lavorato per 11 anni. Il legame più forte si è costruito fra noi dopo la chiusura della scuola e dopo la mia separazione, lui mi è sempre stato molto vicino parlandomi con affetto, a volte come un nonno, altre volte come un uomo…ma io lo rimettevo subito al suo posto. Negli ultimi anni della sua vita ha scritto un libro con le sue memorie: lui dettava e io scrivevo e senza accorgermi si è creato un legame affettivo molto profondo. L’ho accompagnato fino alla fine…ma il giorno della sua morte ero ad un seminario di Monica..era il 12 marzo 2005).

Io e Gaia sembriamo due vecchi amici, due cavalieri, che si parlano della vita nei momenti di pausa. Quella mattina arriviamo al cimitero, visitiamo Francesco e poi sua moglie, loro sono di origine friulana e Gaia è incuriosita dalla cosa, anche suo nonno è di origini friulane.
Passiamo oltre, Gaia mi dice che al piano superiore ci sono i suoi nonni, li andiamo a trovare. Mi colpisce sulla lapide del nonno il numero 44, torno indietro a guardare quello della nonna, è il 12, ritorno a vedere anche da Francesco, ma lui non ha numero.
Siamo in alto e guardiamo il lago, la vista è sbarrata, i cipressi non permettono di andare oltre con lo sguardo, ritorna la frase…da una parte la vita…dall’altra la morte…
Con Gaia facciamo alcune considerazioni, entrambe conveniamo che in quel luogo c’è separazione; di solito i cipressi costeggiano il viale che arriva al cimitero ed accompagnano le anime dalla vita alla morte,

a Salò è diverso
a Salò i cipressi separano

la vita e la morte sono collegate soltanto da uno specchio d’acqua inerte, l’energia però non fluisce, rimane pietrificata “…eppure l’acqua rappresenta la vita…che strano che qua non funzioni…”
Ancora una volta penso: “che bello, viene Monica a fare pulizia, sono proprio contenta. Questo posto cambierà aspetto dopo lo spettacolo!”, lo condivido con Gaia, lei ride felice.
Sono le 13 ormai, siamo affamate e ce ne andiamo

Mercoledì 2 luglio 2008 sera, io e Filippo stiamo prendendo un aperitivo sul lago in un posto splendido a Barbarano di Salò, sembra di essere in Africa per la bellezza del paesaggio. Sotto un pino marittimo secolare che ci protegge conversiamo del più e del meno, poi inizio a raccontargli della mattina con Gaia, del cimitero e del Lazzaretto; lui mi chiede che origine ha il nome Salò, non faccio in tempo a rispondere, nel giardino a fianco si accende un aspirapolvere. Filippo mi guarda e mi dice: “lo senti?”
E io: “Non mi dire che devo fare un’altra Pmt…a Salò questa volta…ma dove?”
Filippo sembra non avere dubbi, il luogo designato è il Lazzaretto, io sono meno convinta.
L’aspirapolvere incalza non la vuole proprio smettere, ci alziamo e ce ne andiamo, direzione cimitero.
Arriviamo all’imbrunire, posteggiata la macchina vengo attirata da due cipressi, dico a Filippo, questi sono la nonna e il nonno (mi piace osservare le piante accoppiate, spesso si trovano maschio e femmina vicini). Filippo mi dice, guarda c’è anche un numero, alzo lo sguardo ed una placchettina azzurra mostra il numero 88, lo associo al 44 visto nel cimitero sulla tomba del nonno di Gaia (faccio anche un pensiero di giocarli al lotto…si sa mai con l’aria di carestia che c’è ultimamente…ripenso alla nonna, è sempre il giorno del suo compleanno ed era lei, appassionata giocatrice del gioco del lotto, che annotava ogni estrazione sull’agenda, studiava i ritardi ed ogni sabato faceva la sua “giocatina”). Mi appoggio al cipresso “nonno”, è dolce e accogliente, un pensiero mi attraversa: “come possono questi meravigliosi cipressi sbarrare il passaggio di energia, non sono loro sicuramente, ci deve essere altro, appoggio la schiena, chiudo gli occhi e respiro, poi dico a Filippo: “il cipresso mi ha parlato”. “Cosa ti ha detto?” mi dice lui, ed io rispondo con serenità: “Non lo so, lui ha parlato alla mia anima, ne sono certa”.
Filippo mi guarda un po’ sconcertato scuotendo la testa, come fa di solito quando non capisce subito qualcosa. Ritorniamo verso l’auto e poco prima di arrivare un altro grandissimo cipresso ci chiama e ci dice di avvicinarci a lui, è il n. 97, è maestoso, i rami sono larghi e ci si può entrare agevolmente, per un attimo provo un desiderio fortissimo di salirci come quando lo facevo da bambina sul cipresso di Gardone ai “giardinetti”, su in cima, più in alto che potevo, dove si sentiva il vento e si vedeva il lago ed il paese dall’alto…quelli erano i miei momenti “magici”, nessuno mai mi trovava quando ero lassù. L’idea mi piace, ma non reputo il caso di salirci ora, però ricordo volentieri la mia bambina gioiosa e sorrido all’idea.
Filippo si scoccia vedendo dei tappetini di auto abbandonati ed infilati nei rami del cipresso, indispettito li sfila e si avvia verso un cassonetto poco distante, io lo aspetto, ancora immersa nel mio sogno di bimba…
Filippo ritorna e mi dice: “vieni a vedere…”
 
Ritorno alla realtà: “che c’è ancora, cos’è che devo vedere?”
Filippo sorride, ora il bimbo è lui e si sta divertendo, alza il coperchio del cassonetto e cosa c’è dentro? UN ASPIRAPOLVERE!!!!
“E’ chiaro il messaggio ora?” mi dice.

Se avevo ancora dei dubbi sono completamente svaniti, inizio a pensare a dove devo fare la pmt, probabilmente il giorno del teatro, magari prima dello spettacolo, mentre prepariamo, all’interno del Lazzaretto.


Partiamo ed andiamo a S. Felice alla Madonna del Carmine a prendere un po’ di ceri…ho preso questa abitudine da Francesco, lo accompagnavo sempre in quella Chiesa, lui faceva l’offerta, io riempivo due borsine di ceri bianchi della Madonna che poi lui accendeva, uno alla volta nell’ingresso di casa. Da quando è morto ho preso anch’io questa abitudine di tenere sempre un cero acceso nell’ingresso di casa, mi dà tranquillità, mi fa sentire protetta.

Venerdì 4 luglio 2008
Gaia mi dice che è in spiaggia al cimitero con una sua carissima amica, che anch’io conosco. Quest’anno non ho ancora fatto il bagno nel lago, fa caldo, la cosa mi attrae, le dico che arrivo alle 18.30 appena chiudo l’ufficio.
18.30 Evviva, è venerdì sera, l’ufficio si chiude e fino a lunedì non se ne riparla più. Mi precipito al lago, raggiungo le due amiche, mi metto il costume e con Gaia mi tuffo nell’acqua fresca, E’ MERAVIGLIOSO. Io e Gaia nuotiamo insieme, a me manca il fiato non ho allenamento, ma sono FELICE, come non lo ero da tantissimo tempo. Racconto a Gaia un episodio mio di bambina che i miei raccontavano sempre: quando ero piccola con mia madre e mio padre venivamo al Lago al Mulino, avevo un canottino piccolo e mi ci avevano messo dentro a giocare con un po‘ di acqua fresca, un attimo di disattenzione ed il canottino si allontana dalla riva sospinto dal vento, mio padre mi insegue e mi raggiunge a bracciate, sono salva. Io non ricordo nulla di quell’episodio, probabilemente giocavo  e nemmeno mi sono accorta del pericolo occorso, però ogni volta che mio padre o mia madre la raccontano trasmettono lo SPAVENTO che si sono presi quel giorno, chissà perché lo rammento in questo momento?
Usciamo dall’acqua, Gaia ci aspetta per un aperitivo, subito dopo facciamo un’ispezione ai cipressi, Gaia si mette a contarli ma sono così tanti che il conto si perde, sicuramente sono più di 100… Gaia si sofferma davanti al portone di ingresso al Lazzaretto, proprio di fronte, fra i cipressi c’è un varco, osserva e poi dà la sentenza “secondo me la PMT si deve fare qua”. “Come all’Aquila!”, esclamo! “Anche là l’abbiamo fatta davanti al portone della Perdonanza”, commento. Gaia mi dice che bisogna farla tra i cipressi mancanti, io preferirei più vicino alla porta, ma la strada asfaltata corre troppo vicina. Dico a Gaia: “Se il posto è questo la possiamo fare domani sera, a casa si festeggia il compleanno di Enrico (è nato il 2 luglio, come mia nonna) e saremo là proprio in 4 operatori, forse 5 (io, Simonetta, Rossella, Orchidea e forse Franco)”. “Perfetto” mi dice Gaia e ci salutiamo. Con l'amica di Gaia mi accordo per il pomeriggio del sabato, insieme andiamo a vedere due luoghi sacri a Rezzato: il tempio di Bacco ed il Santuario di Valverde. Cosa c’entrano con il Lazzaretto ancora non lo so…

05.07.2008 Sabato verso sera, sono presa da una curiosità irresistibile…devo andare a controllare i cipressi a leggere i numeri che ci sono attaccati sopra, devo sapere quanti sono ESATTAMENTE. Arrivo con la mia vespa proprio sotto l’ultimo cipresso, il numero si legge chiaro, è 133; per la verifica vado all’inizio e leggo il numero sul primo cipresso, è l’1. Di fronte al portone del Lazzaretto il cipresso nonno è l’88 e mi ha indicato il luogo già mercoledì sera, Gaia l’ha confermato venerdì.
E’ tutto ok, i cipressi guardiani sono 133.


 Salò - i 133 cipressi


Ricevo uno sms da Gaia: “Stasera al Lazzaretto ci devo essere anch’io”. Ok, mi piace l’idea, Gaia mi rassicura.
Faccio un giro di telefonate, brevemente racconto l’accaduto dei giorni precedenti e chiedo la disponibilità per la sera ad Operare, tutti accolgono favorevolmente, Orchidea dice che vuole andare a dormire presto perché il giorno dopo lavora, Franco non l’ho più sentito. Dico ad Orchidea che se viene Franco lei è libera, altrimenti ci serve per la PMT, lei acconsente.
Sono a casa, sono le 19.15, sono appena arrivata e c’è tutto da preparare, il primo ad arrivare è Franco, pensavo fosse Enrico, ma lui arriva poco dopo. Poco per volta arrivano tutti gli altri, 11 in totale: Io, Franco, Enrico, Rossella, Ermes, Erica, Mirella, Simonetta, Donatella, Orchidea e Federico.
Enrico è il festeggiato, ha portato tutto lui, io durante la cena racconto tutto quello che è accaduto nei giorni precedenti catalizzando l’attenzione di tutti e proponendo di andare tutti al Lazzaretto per la PMT intorno alle 22, così poi Orchidea è libera di andare a dormire. Tutti accettano volentieri, chiamo Gaia e le dico di partire, ma lei mi dice che non viene, non se la sente, Enrico non dice nulla. Sono stata poco attenta a lui…alla sua festa e Franco non manca di farmelo notare dicendo: “forse Enrico non voleva andare al Lazzaretto a fare la PMT, forse voleva stare qua a festeggiare il suo compleanno davanti ad una fetta di torta”. Mi sento mortificata, Franco ha ragione…ma la PMT è una CHIAMATA, ha lei la precedenza, il COMPITO è troppo importante…o forse io sono completamente pazza…, come posso spiegare questo senza che Enrico si offenda?
In un attimo mi si rovescia addosso tutta l’energia stridente e dissonante di Collemaggio 15 giorni prima e sento le lacrime salirmi agli occhi. Sono mortificata per Enrico, quasi disposta a rinunciare al compito…
Chiedo ad Enrico ormai troppo tardi: “a te sta bene se andiamo al Lazzaretto?”
E’ veramente troppo tardi, credo che Enrico abbia acconsentito per educazione, ma che in cuor suo ci sia rimasto veramente male; tutti sono già pronti per partire sulle auto, io e Franco facciamo strada con lo scooter.
Arriviamo sul luogo, c’è gente che passa, è sabato sera, non siamo molto tranquilli, anche fra noi c’è un po’ di agitazione…posizioniamo gli encoder fra il varco dei cipressi, siamo 4 operatori, Orchidea dice che la deve fare Franco al posto suo, come all’Aquila c’era Danilo, è importante che ci sia un uomo, trovo valida questa intuizione, ma Franco si oppone, cerca di ribellarsi rifiutando l’encoder. Senza mezzi termini gli “intimo” di smetterla di fare i capricci e di svolgere il compito per il quale è venuto a Salò quella sera, tace all’istante e si posiziona, 4 persone libere presidiano gli encoder, altre due il lato destro ed il lato sinistro.
Iniziamo la pulizia, è un momento emozionante, sopra il portone del Lazzaretto una finestra è aperta la luce è accesa, all’improvviso si spegne e le imposte vengono chiuse a metà, sicuramente ci stanno osservando….proseguiamo nel compito con un po’ di tensione, sento importante pulire la porta e dico ad Orchidea: “tu che sei libera, vai con l’encoder a pulire la porta”. Lei dice di no, deve stare lì a protezione, non si può muovere, Orchidea sta svolgendo il compito al posto di Gaia, siamo un’ottima squadra! Sento che E’ NECESSARIO andare sulla porta, mi muovo io, attraverso la strada, Rossella mi segue a ruota. Puliamo la porta quanto basta ad osservare l’altezza degli encoder, a Collemaggio eravamo tutti in basso sulla zona occulta, qua siamo all’altezza del cuore…rientriamo nella piramide, tutti e 4 siamo sincronici, tutti alla stessa altezza, visualizzo dei raggi, all’improvviso una ruota, lo dico ad alta voce: “Vedo una ruota, come la ruota del mulino, ma in orizzontale, si sta muovendo…”. Sta arrivando una coppia di persone fra i cipressi, avanzano rapidamente, vogliono passare proprio sui nostri piedi, chiedo di tenere il cerchio energetico, appena il ragazzo mette il piede nel cerchio viene respinto violentemente all’indietro e decidono di cambiare strada, girandoci attorno. EVVIVA il cerchio energetico ha funzionato! Sono passati 10 minuti, tutto è compiuto, possiamo chiudere. Faccio io la chiusura e punto al centro del portone, Federico è davanti a me, ostacola il passaggio e devo chiedergli di spostarsi per poter concludere.
Ritorniamo a casa mia…finalmente la torta di Enrico; Federico ed Ochidea se ne sono andati a casa, domani lavorano e si devono alzare presto.

06.07.2008 ore 11.05 Domenica mattina Gaia mi chiede com’è andata la sera prima, io mi accingo a risponderle con un sms ed all’improvviso la visione della Ruota della sera prima si completa. Completamente guidata scrivo a Gaia lo sms e lo inoltro poi ai partecipanti all’evento:

SMS
“Le lacrime sciolgono il dolore e lo fanno fluire, sono cosa buona. Il tuo compito l’avevi già svolto la sera prima indicandomi il luogo dove  fare la PMT. All’Aquila abbiamo chiuso un cerchio, a Salò lo abbiamo aperto, tutti avevamo gli encoder alla stessa altezza, io ad un certo punto ho visualizzato una ruota come di un mulino, messa però in orizzontale che si metteva in movimento. Hai presente il giogo? C’entra l’acqua in tutto questo, il giogo che abbiamo attivato crea movimento nell’acqua e mette in collegamento le due realtà, la vita e la morte. All’Aquila c’era un bue alla catena, a Salò i buoi giravano il giogo, a Valverde i buoi si sono inginocchiati davanti all’apparizione di Gesù. ti ha raccontato la tua amica di “Valverde”? Valverde e Salò sono legati dalla peste. L’ultima domenica di luglio c’è una processione con la rappresentazione teatrale dell’apparizione. Baci"

06.07.2008 SMS (canalizzato) di Erica ore 16.00
"Sono grata a voi tutti per essere stata partecipe all’apertura di nuova energia al Lazzaretto. La Madonna del Rio non tarderà a dimostrare la Sua Opera. Fede-Fiducia e la connessione terra-cielo sarà ripristinata anche con l’aiuto di 133 cipressi 1+3+3=7."

A Collemaggio abbiamo chiuso
a Salò abbiamo aperto

la sensazione è nettissima, un portale è stato attivato, il portale della “Conca d’Oro”. Mia madre e mio padre hanno fatto qua il loro pranzo di nozze, questo è il luogo designato per me!

lunedì 3 gennaio 2011

Valtenesi...il testicolo/ovario emerso del Lago di Garda

La natura del nostro Lago racchiude in sé un insegnamento prezioso: l’equilibrio degli opposti.
La forma del Lago di Garda decisamente maschile e feconda è armoniosamente integrata dal movimento dell’acqua (femminile) che lo sposa, l’acqua entra esattamente dove nel maschile il seme esce per fecondare. Nella versione al femminile invece l’acqua (maschile) entra e feconda tutto ciò che si trova all’interno come in un fiore, dove la forma del lago di Garda è il Gineceo (pistillo) che accoglie l’Androceo (stami) per dare inizio alla vita nuova. Questa duplice visione rappresenta l’ambientazione ideale per armonizzare gli opposti.

Sempre guardando l’immagine del lago l’ovario di sinistra (o testicolo), come lo si voglia guardare, sembra essere “rosicchiato”. Ricomponendo il cerchio (vedi foto) si demarca un territorio specifico che risulta essere esattamente la Valtenesi che, partendo da Salò ed arrivando a Desenzano comprende i seguenti Comuni: San Felice, Manerba, Moniga, Padenghe e nell’entroterra Puegnago, Polpenazze, Soiano.
In questo territorio il profilo della costa del Lago forma per sua natura una M, il Femminile Sacro Divino Integro (M=Maria madre di Gesù e Maddalena la sposa di Gesù).
La metafora che il lago ci indica è che il Femminile Sacro si è inaridito e sembra proprio che questo territorio sia uno dei luoghi designati affinché si possa lavorare per armonizzare le energie.”

Il lavoro è incominciato la sera del 05.07.08, è stato aperto un vortice energetico nel “Portale” di entrata della “Conca d’Oro”, al Lazzaretto di Salò.
La sera del 03.08.08 in questo luogo si svolgerà una rappresentazione teatrale intitolata "I 22 volti dell'amore" – Gli Arcani Maggiori dei Tarocchi e il mistero dell’Amore Folle. Con l’occasione verrà aperto al pubblico l’antico Lazzaretto di Salò, costruito nel 1600.

Ora vi spiego perchè "Salò è strana..."