Riflessioni di una sera d’estate del 2007.
“Certo che Salò è proprio strana…da un lato il lungolago con le luci e la vita…dall’altro i cipressi con il cimitero…” fine della riflessione, arriva il tavolo e cambiamo discorso.
Quello che è stato detto però continua a macinare dentro di me e a momenti lo ricordo provando una strana emozione, come un’evocazione di qualcosa.
Dopo qualche tempo, nella scuola dove lavoro, scuola, il Preside riceve un omaggio: una cassetta ed un cd sul lazzaretto e sulla peste a Salò del 1630. Lo guardo incuriosita ed il Preside mi dice di portarmelo a casa per guardarlo.
E’ strano, proprio l’estate scorsa dovevamo fare un’evento al lazzaretto: una rappresentazione teatrale della favola “Le tre Melangole d’Amore”, per questo il cd mi ha incuriosito. (chissà perché l’Amministrazione comunale ci aveva affidato quel posto dimenticato dagli uomini e da Dio…)
Guardo il cd, racconto a Filippo dell’accaduto e faccio una considerazione: “ma cosa c’entra la peste?” La domanda non trova risposta, ma a me torna in mente Salò…da una parte la vita…dall’altra la morte.
E’ passato altro tempo e quest’anno lo spettacolo si fa veramente, viene Monica Antonioli, la rappresentazione è “I 22 volti dell’amore” il 3 agosto 2008 (per me è una data molto importante).
Il primo pensiero è che sicuramente Monica muoverà dell’energia in quel luogo così fermo, immobile, pieno di dolore pietrificato, ancora non conosco il compito che mi aspetta.
Al solstizio (21 giugno 2008) appena trascorso siamo stati a Collemaggio all’Aquila, io, Filippo, Rossella e MariaCristina (Achua della Rosa). Collemaggio aveva chiesto una pulizia energetica con la PMT (aspirapolvere) il 15 marzo 2008; la pulizia è stata fatta il 22.06.2008.
Come per un incontro ancestrale ci siamo ritrovati in 4 operatori: Io, Rossella., Danilo e MariaLuisa:
Davanti alla porta della Perdonanza
il mondo si è fermato per 15 minuti,
il tempo è rimasto sospeso.
Abbiamo chiuso il rituale mettendo un Sigillo
eravamo tutti e 4 in fila indiana, tutti e 4 con l’encoder puntato al centro del portone, l’energia in quel momento era fortissima…a me viene in mente la frase della grande invocazione
“…e possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede…”
…la porta è stata sbarrata, il male non ha più potere, la sensazione E’ NETTISSIMA per tutti e 4.
Quel week-end all’Aquila mi ha nauseata, se non fosse per la PMT e per MariaLuisa che invece mi ha allietata…IL SIGNORE E’ IL MIO PASTORE…NULLA MI PUO’ MANCAR…
MariaLuisa da tempo sentiva risuonare in lei questa canzone ed il 22 giugno, durante la messa a Collemaggio ha chiesto all’organista se poteva suonargliela; quello, senza mezzi termini, le ha detto che non era nel repertorio e quindi non si poteva fare.
MariaLuisa era rassegnata, ma l’organista al termine della messa le è corso incontro sbigottito dicendole che era accaduta una cosa incredibile e chiedendole se era lei l’artefice.
MariaLuisa era rassegnata, ma l’organista al termine della messa le è corso incontro sbigottito dicendole che era accaduta una cosa incredibile e chiedendole se era lei l’artefice.
“Di cosa?” , chiede MariaLuisa. L’organista le mostra un foglio piegato, un messalino di parecchi mesi prima con la canzone “Il signore è il mio pastore” in bella evidenza; l’organista è esterefatto e dice a MariaLuisa: “ che significa? Che devo fare?”
MariaLuisa risponde: “Beh…il minimo che può fare ora e suonarla…”
L’organista, il prete che ha celebrato la messa, il coro e MariaLuisa si riuniscono tutti attorno all’organo e la richiesta di MariaLuisa viene ampiamente esaudita. Nel pomeriggio mentre mi racconta l’accaduto io sorrido: il pomeriggio precedente mentre in auto attraversavamo l’Aquila in auto con Filippo, pensando scherzosamente che noi tre eravamo le sue “pecorelle”, a me è venuta in mente quella canzone e per un breve momento mi sono messa a cantarla …NULLA MI PUO’ MANCAR…NEI TUOI PASCOLI…
Incredibile la rete che ci connette tutti quanti…
Mercoledì 2 luglio 2008 - mattina (è il compleanno di mia nonna, compie 94 anni), ho un’appuntamento fisso con Gaia il mercoledì mattina per preparare il convegno di ottobre. Sbrigati i compiti burocratici decidiamo di andare a fare un giro al Lazzaretto ed al cimitero di Salò, voglio farle conoscere Francesco (un anziano signore morto nel 2005 che ha rappresentato per me una figura molto importante; era il Direttore e proprietario della scuola privata nella quale ho lavorato per 11 anni. Il legame più forte si è costruito fra noi dopo la chiusura della scuola e dopo la mia separazione, lui mi è sempre stato molto vicino parlandomi con affetto, a volte come un nonno, altre volte come un uomo…ma io lo rimettevo subito al suo posto. Negli ultimi anni della sua vita ha scritto un libro con le sue memorie: lui dettava e io scrivevo e senza accorgermi si è creato un legame affettivo molto profondo. L’ho accompagnato fino alla fine…ma il giorno della sua morte ero ad un seminario di Monica..era il 12 marzo 2005).
Io e Gaia sembriamo due vecchi amici, due cavalieri, che si parlano della vita nei momenti di pausa. Quella mattina arriviamo al cimitero, visitiamo Francesco e poi sua moglie, loro sono di origine friulana e Gaia è incuriosita dalla cosa, anche suo nonno è di origini friulane.
Passiamo oltre, Gaia mi dice che al piano superiore ci sono i suoi nonni, li andiamo a trovare. Mi colpisce sulla lapide del nonno il numero 44, torno indietro a guardare quello della nonna, è il 12, ritorno a vedere anche da Francesco, ma lui non ha numero.
Siamo in alto e guardiamo il lago, la vista è sbarrata, i cipressi non permettono di andare oltre con lo sguardo, ritorna la frase…da una parte la vita…dall’altra la morte…
Con Gaia facciamo alcune considerazioni, entrambe conveniamo che in quel luogo c’è separazione; di solito i cipressi costeggiano il viale che arriva al cimitero ed accompagnano le anime dalla vita alla morte,
la vita e la morte sono collegate soltanto da uno specchio d’acqua inerte, l’energia però non fluisce, rimane pietrificata “…eppure l’acqua rappresenta la vita…che strano che qua non funzioni…”
a Salò è diverso
a Salò i cipressi separano
Ancora una volta penso: “che bello, viene Monica a fare pulizia, sono proprio contenta. Questo posto cambierà aspetto dopo lo spettacolo!”, lo condivido con Gaia, lei ride felice.
Sono le 13 ormai, siamo affamate e ce ne andiamo
Mercoledì 2 luglio 2008 sera, io e Filippo stiamo prendendo un aperitivo sul lago in un posto splendido a Barbarano di Salò, sembra di essere in Africa per la bellezza del paesaggio. Sotto un pino marittimo secolare che ci protegge conversiamo del più e del meno, poi inizio a raccontargli della mattina con Gaia, del cimitero e del Lazzaretto; lui mi chiede che origine ha il nome Salò, non faccio in tempo a rispondere, nel giardino a fianco si accende un aspirapolvere. Filippo mi guarda e mi dice: “lo senti?”
E io: “Non mi dire che devo fare un’altra Pmt…a Salò questa volta…ma dove?”
Filippo sembra non avere dubbi, il luogo designato è il Lazzaretto, io sono meno convinta.
L’aspirapolvere incalza non la vuole proprio smettere, ci alziamo e ce ne andiamo, direzione cimitero.
Arriviamo all’imbrunire, posteggiata la macchina vengo attirata da due cipressi, dico a Filippo, questi sono la nonna e il nonno (mi piace osservare le piante accoppiate, spesso si trovano maschio e femmina vicini). Filippo mi dice, guarda c’è anche un numero, alzo lo sguardo ed una placchettina azzurra mostra il numero 88, lo associo al 44 visto nel cimitero sulla tomba del nonno di Gaia (faccio anche un pensiero di giocarli al lotto…si sa mai con l’aria di carestia che c’è ultimamente…ripenso alla nonna, è sempre il giorno del suo compleanno ed era lei, appassionata giocatrice del gioco del lotto, che annotava ogni estrazione sull’agenda, studiava i ritardi ed ogni sabato faceva la sua “giocatina”). Mi appoggio al cipresso “nonno”, è dolce e accogliente, un pensiero mi attraversa: “come possono questi meravigliosi cipressi sbarrare il passaggio di energia, non sono loro sicuramente, ci deve essere altro, appoggio la schiena, chiudo gli occhi e respiro, poi dico a Filippo: “il cipresso mi ha parlato”. “Cosa ti ha detto?” mi dice lui, ed io rispondo con serenità: “Non lo so, lui ha parlato alla mia anima, ne sono certa”.
Filippo mi guarda un po’ sconcertato scuotendo la testa, come fa di solito quando non capisce subito qualcosa. Ritorniamo verso l’auto e poco prima di arrivare un altro grandissimo cipresso ci chiama e ci dice di avvicinarci a lui, è il n. 97, è maestoso, i rami sono larghi e ci si può entrare agevolmente, per un attimo provo un desiderio fortissimo di salirci come quando lo facevo da bambina sul cipresso di Gardone ai “giardinetti”, su in cima, più in alto che potevo, dove si sentiva il vento e si vedeva il lago ed il paese dall’alto…quelli erano i miei momenti “magici”, nessuno mai mi trovava quando ero lassù. L’idea mi piace, ma non reputo il caso di salirci ora, però ricordo volentieri la mia bambina gioiosa e sorrido all’idea.
Filippo si scoccia vedendo dei tappetini di auto abbandonati ed infilati nei rami del cipresso, indispettito li sfila e si avvia verso un cassonetto poco distante, io lo aspetto, ancora immersa nel mio sogno di bimba…
Filippo si scoccia vedendo dei tappetini di auto abbandonati ed infilati nei rami del cipresso, indispettito li sfila e si avvia verso un cassonetto poco distante, io lo aspetto, ancora immersa nel mio sogno di bimba…
Filippo ritorna e mi dice: “vieni a vedere…”
Filippo sorride, ora il bimbo è lui e si sta divertendo, alza il coperchio del cassonetto e cosa c’è dentro? UN ASPIRAPOLVERE!!!!
“E’ chiaro il messaggio ora?” mi dice.
Se avevo ancora dei dubbi sono completamente svaniti, inizio a pensare a dove devo fare la pmt, probabilmente il giorno del teatro, magari prima dello spettacolo, mentre prepariamo, all’interno del Lazzaretto.
Se avevo ancora dei dubbi sono completamente svaniti, inizio a pensare a dove devo fare la pmt, probabilmente il giorno del teatro, magari prima dello spettacolo, mentre prepariamo, all’interno del Lazzaretto.
Partiamo ed andiamo a S. Felice alla Madonna del Carmine a prendere un po’ di ceri…ho preso questa abitudine da Francesco, lo accompagnavo sempre in quella Chiesa, lui faceva l’offerta, io riempivo due borsine di ceri bianchi della Madonna che poi lui accendeva, uno alla volta nell’ingresso di casa. Da quando è morto ho preso anch’io questa abitudine di tenere sempre un cero acceso nell’ingresso di casa, mi dà tranquillità, mi fa sentire protetta.
Venerdì 4 luglio 2008
Gaia mi dice che è in spiaggia al cimitero con una sua carissima amica, che anch’io conosco. Quest’anno non ho ancora fatto il bagno nel lago, fa caldo, la cosa mi attrae, le dico che arrivo alle 18.30 appena chiudo l’ufficio.
18.30 Evviva, è venerdì sera, l’ufficio si chiude e fino a lunedì non se ne riparla più. Mi precipito al lago, raggiungo le due amiche, mi metto il costume e con Gaia mi tuffo nell’acqua fresca, E’ MERAVIGLIOSO. Io e Gaia nuotiamo insieme, a me manca il fiato non ho allenamento, ma sono FELICE, come non lo ero da tantissimo tempo. Racconto a Gaia un episodio mio di bambina che i miei raccontavano sempre: quando ero piccola con mia madre e mio padre venivamo al Lago al Mulino, avevo un canottino piccolo e mi ci avevano messo dentro a giocare con un po‘ di acqua fresca, un attimo di disattenzione ed il canottino si allontana dalla riva sospinto dal vento, mio padre mi insegue e mi raggiunge a bracciate, sono salva. Io non ricordo nulla di quell’episodio, probabilemente giocavo e nemmeno mi sono accorta del pericolo occorso, però ogni volta che mio padre o mia madre la raccontano trasmettono lo SPAVENTO che si sono presi quel giorno, chissà perché lo rammento in questo momento?
Usciamo dall’acqua, Gaia ci aspetta per un aperitivo, subito dopo facciamo un’ispezione ai cipressi, Gaia si mette a contarli ma sono così tanti che il conto si perde, sicuramente sono più di 100… Gaia si sofferma davanti al portone di ingresso al Lazzaretto, proprio di fronte, fra i cipressi c’è un varco, osserva e poi dà la sentenza “secondo me la PMT si deve fare qua”. “Come all’Aquila!”, esclamo! “Anche là l’abbiamo fatta davanti al portone della Perdonanza”, commento. Gaia mi dice che bisogna farla tra i cipressi mancanti, io preferirei più vicino alla porta, ma la strada asfaltata corre troppo vicina. Dico a Gaia: “Se il posto è questo la possiamo fare domani sera, a casa si festeggia il compleanno di Enrico (è nato il 2 luglio, come mia nonna) e saremo là proprio in 4 operatori, forse 5 (io, Simonetta, Rossella, Orchidea e forse Franco)”. “Perfetto” mi dice Gaia e ci salutiamo. Con l'amica di Gaia mi accordo per il pomeriggio del sabato, insieme andiamo a vedere due luoghi sacri a Rezzato: il tempio di Bacco ed il Santuario di Valverde. Cosa c’entrano con il Lazzaretto ancora non lo so…
05.07.2008 Sabato verso sera, sono presa da una curiosità irresistibile…devo andare a controllare i cipressi a leggere i numeri che ci sono attaccati sopra, devo sapere quanti sono ESATTAMENTE. Arrivo con la mia vespa proprio sotto l’ultimo cipresso, il numero si legge chiaro, è 133; per la verifica vado all’inizio e leggo il numero sul primo cipresso, è l’1. Di fronte al portone del Lazzaretto il cipresso nonno è l’88 e mi ha indicato il luogo già mercoledì sera, Gaia l’ha confermato venerdì.
E’ tutto ok, i cipressi guardiani sono 133.
Salò - i 133 cipressi
Ricevo uno sms da Gaia: “Stasera al Lazzaretto ci devo essere anch’io”. Ok, mi piace l’idea, Gaia mi rassicura.
Faccio un giro di telefonate, brevemente racconto l’accaduto dei giorni precedenti e chiedo la disponibilità per la sera ad Operare, tutti accolgono favorevolmente, Orchidea dice che vuole andare a dormire presto perché il giorno dopo lavora, Franco non l’ho più sentito. Dico ad Orchidea che se viene Franco lei è libera, altrimenti ci serve per la PMT, lei acconsente.
Sono a casa, sono le 19.15, sono appena arrivata e c’è tutto da preparare, il primo ad arrivare è Franco, pensavo fosse Enrico, ma lui arriva poco dopo. Poco per volta arrivano tutti gli altri, 11 in totale: Io, Franco, Enrico, Rossella, Ermes, Erica, Mirella, Simonetta, Donatella, Orchidea e Federico.
Enrico è il festeggiato, ha portato tutto lui, io durante la cena racconto tutto quello che è accaduto nei giorni precedenti catalizzando l’attenzione di tutti e proponendo di andare tutti al Lazzaretto per la PMT intorno alle 22, così poi Orchidea è libera di andare a dormire. Tutti accettano volentieri, chiamo Gaia e le dico di partire, ma lei mi dice che non viene, non se la sente, Enrico non dice nulla. Sono stata poco attenta a lui…alla sua festa e Franco non manca di farmelo notare dicendo: “forse Enrico non voleva andare al Lazzaretto a fare la PMT, forse voleva stare qua a festeggiare il suo compleanno davanti ad una fetta di torta”. Mi sento mortificata, Franco ha ragione…ma la PMT è una CHIAMATA, ha lei la precedenza, il COMPITO è troppo importante…o forse io sono completamente pazza…, come posso spiegare questo senza che Enrico si offenda?
In un attimo mi si rovescia addosso tutta l’energia stridente e dissonante di Collemaggio 15 giorni prima e sento le lacrime salirmi agli occhi. Sono mortificata per Enrico, quasi disposta a rinunciare al compito…
Chiedo ad Enrico ormai troppo tardi: “a te sta bene se andiamo al Lazzaretto?”
E’ veramente troppo tardi, credo che Enrico abbia acconsentito per educazione, ma che in cuor suo ci sia rimasto veramente male; tutti sono già pronti per partire sulle auto, io e Franco facciamo strada con lo scooter.
Arriviamo sul luogo, c’è gente che passa, è sabato sera, non siamo molto tranquilli, anche fra noi c’è un po’ di agitazione…posizioniamo gli encoder fra il varco dei cipressi, siamo 4 operatori, Orchidea dice che la deve fare Franco al posto suo, come all’Aquila c’era Danilo, è importante che ci sia un uomo, trovo valida questa intuizione, ma Franco si oppone, cerca di ribellarsi rifiutando l’encoder. Senza mezzi termini gli “intimo” di smetterla di fare i capricci e di svolgere il compito per il quale è venuto a Salò quella sera, tace all’istante e si posiziona, 4 persone libere presidiano gli encoder, altre due il lato destro ed il lato sinistro.
Iniziamo la pulizia, è un momento emozionante, sopra il portone del Lazzaretto una finestra è aperta la luce è accesa, all’improvviso si spegne e le imposte vengono chiuse a metà, sicuramente ci stanno osservando….proseguiamo nel compito con un po’ di tensione, sento importante pulire la porta e dico ad Orchidea: “tu che sei libera, vai con l’encoder a pulire la porta”. Lei dice di no, deve stare lì a protezione, non si può muovere, Orchidea sta svolgendo il compito al posto di Gaia, siamo un’ottima squadra! Sento che E’ NECESSARIO andare sulla porta, mi muovo io, attraverso la strada, Rossella mi segue a ruota. Puliamo la porta quanto basta ad osservare l’altezza degli encoder, a Collemaggio eravamo tutti in basso sulla zona occulta, qua siamo all’altezza del cuore…rientriamo nella piramide, tutti e 4 siamo sincronici, tutti alla stessa altezza, visualizzo dei raggi, all’improvviso una ruota, lo dico ad alta voce: “Vedo una ruota, come la ruota del mulino, ma in orizzontale, si sta muovendo…”. Sta arrivando una coppia di persone fra i cipressi, avanzano rapidamente, vogliono passare proprio sui nostri piedi, chiedo di tenere il cerchio energetico, appena il ragazzo mette il piede nel cerchio viene respinto violentemente all’indietro e decidono di cambiare strada, girandoci attorno. EVVIVA il cerchio energetico ha funzionato! Sono passati 10 minuti, tutto è compiuto, possiamo chiudere. Faccio io la chiusura e punto al centro del portone, Federico è davanti a me, ostacola il passaggio e devo chiedergli di spostarsi per poter concludere.
Ritorniamo a casa mia…finalmente la torta di Enrico; Federico ed Ochidea se ne sono andati a casa, domani lavorano e si devono alzare presto.
06.07.2008 ore 11.05 Domenica mattina Gaia mi chiede com’è andata la sera prima, io mi accingo a risponderle con un sms ed all’improvviso la visione della Ruota della sera prima si completa. Completamente guidata scrivo a Gaia lo sms e lo inoltro poi ai partecipanti all’evento:
SMS
SMS
“Le lacrime sciolgono il dolore e lo fanno fluire, sono cosa buona. Il tuo compito l’avevi già svolto la sera prima indicandomi il luogo dove fare la PMT. All’Aquila abbiamo chiuso un cerchio, a Salò lo abbiamo aperto, tutti avevamo gli encoder alla stessa altezza, io ad un certo punto ho visualizzato una ruota come di un mulino, messa però in orizzontale che si metteva in movimento. Hai presente il giogo? C’entra l’acqua in tutto questo, il giogo che abbiamo attivato crea movimento nell’acqua e mette in collegamento le due realtà, la vita e la morte. All’Aquila c’era un bue alla catena, a Salò i buoi giravano il giogo, a Valverde i buoi si sono inginocchiati davanti all’apparizione di Gesù. ti ha raccontato la tua amica di “Valverde”? Valverde e Salò sono legati dalla peste. L’ultima domenica di luglio c’è una processione con la rappresentazione teatrale dell’apparizione. Baci"
06.07.2008 SMS (canalizzato) di Erica ore 16.00
"Sono grata a voi tutti per essere stata partecipe all’apertura di nuova energia al Lazzaretto. La Madonna del Rio non tarderà a dimostrare la Sua Opera. Fede-Fiducia e la connessione terra-cielo sarà ripristinata anche con l’aiuto di 133 cipressi 1+3+3=7."
A Collemaggio abbiamo chiuso
a Salò abbiamo aperto
la sensazione è nettissima, un portale è stato attivato, il portale della “Conca d’Oro”. Mia madre e mio padre hanno fatto qua il loro pranzo di nozze, questo è il luogo designato per me!
Tenetevi forte ora si balla!!! "Fabrizio e il Diavolo - l'arcano n. 15 dei Tarocchi"
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