Riflessioni sul solstizio d'estate 2008
15.07.08
Dovevano essere due giorni belli di unione ed armonia, c’erano tutte le premesse per questo, in realtà sono stati due giorni all’Inferno ed ancora mi sto chiedendo il perché?
Perché all’inferno se siamo stati accolti ed accompagnati per tutto il tempo da Maria Grazia nella sua bella casa, con persone piacevoli?
E solo ora mentre scrivo riesco a trovare la chiave: ERAVAMO ALL’INFERNO PERCHE’ C’ERA SEPARAZIONE.
Ora è tutto chiaro, come una matassa che si dipana: Michele Proclamato e MariaGrazia Lopardi, due realtà importanti dell’Aquila, entrambi parlano del significato esoterico di Collemaggio, entrambi sono stati toccati dal Divino nel suo Progetto Grande di Unione perché collaborassero e si sostenessero l’un l’altro nell’amore e nella fratellanza, come S. Francesco insegna, come Celestino insegna, invece eccoli perfetti indifferenti nella stessa Chiesa, ognuno col proprio gruppo, senza nemmeno scambiarsi un cenno.
Ed io che pensavo di fare una cosa bella mettendoli insieme nel convegno di ottobre, prima uno e poi l’altro quasi a continuare la tessitura di una tela iniziata da altri prima di loro e giunta quasi al termine. L’ultima giornata, la giornata del Cielo, quella che dovrebbe essere la più fluida, sta risultando essere la più stridente; arrivando a Collemaggio pensavo di fare una “rimpatriata ancestrale”! Mi sono ritrovata invece con dei picchetti piantati attorno, una gabbia d’oro, per l’amor di Dio, ma pur sempre un gabbia. Alla cerimonia la sera non c’era nulla fuori posto, il fuoco nel braciere per non rovinare l’erba del prato, le fascine di legna preparate e legate pronte all’uso, gli scritti e le letture preparate con cura, i ceri messi ad hoc a rappresentare lo zodiaco, la bella casa di MariaGrazia a fare da coreografia…ma io pensavo ai fuochi fatti con Gigi in Valvestino, a quelli fatti con Chiara o con Monica in altri luoghi e sentivo una nostalgia di casa così profonda che mi scuoteva l’anima.
Oggi nel pomeriggio ho avuto un’intuizione.
All’Aquila abbiamo chiuso un portale, a Salò l’abbiamo aperto…e se le due cose fossero collegate…e se ci fosse stato dato il modo, al di là dello spazio e del tempo, per operare un’alchimia di trasformazione dell’energia demoniaca di separazione?
Se la porta che abbiamo sbarrato all’Aquila fosse stata aperta a Salò perché terreno più fertile per operare dal cuore sull’integrazione degli opposti e della dualità?
L’intuizione è arrivata oggi insieme alla parola DEVOZIONE mandatami da Elisa di BG con un SMS
“Ho la sensazione ke il femminile stagnante e rosicato della geografia del lago possa essere guarito facendo FLUIRE LA DEVOZIONE. Devozione l’energia femminile da IMPERSONARE.” E poi subito dopo un altro: “Ho avuto una forte conferma da Monica, fare fluire la DEVOZIONE”. E poi Gaia, la mia dolcissima compagna di viaggio: “Devozione per me è amore costante con dedizione”, DEVOZIONE è l’amore di una madre per il proprio figlio o l’amore di un bimbo per la propria madre, ma il bimbo è inconsapevole una madre invece è cosciente, UNA MADRE E’ SEMPRE COSCIENTE, una madre tiene uniti i suoi figli, e se non ci riesce una madre AMA COMUNQUE, in silenzio, con raccoglimento, sapendo che NON PUO’ FARE ALTRIMENTI. E poi non da ultimo anche da Franco quando stasera, durante una telefonata gli ho detto: “Mai ti viene tolto qualcosa se non perché ti venga dato qualcosa di più grande!” che ha la stessa valenza di “quando si chiude una porta, si apre un portone” (per agganciarsi al discorso dei portoni o portali chiusi e aperti), ma detta in quell’altro modo non l’aveva mai sentita, e mi ha detto che sono saggia.
Monica verrà a fare la rappresentazione teatrale nel Lazzaretto il 3 agosto 2008.
L'Aquila - La Porta della Perdonanza
Seguimi...ti voglio ora riportare a Salò per raccontarti una storia "Valtenesi...il testicolo/ovario emerso del lago di Garda"
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